MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Roberto Carlo Rossi e il fumo vietato all’aperto a Milano: "Io, contro le sigarette. Ma il proibito attrae..."

Il presidente dell’Ordine dei medici, commenta la novità "Si rischia di incentivare la trasgressione. Meglio educare fin da piccoli"

Roberto Carlo Rossi, presidente dell’Ordine dei medici, commenta la novità "Si rischia di incentivare la trasgressione. Meglio educare fin da piccoli".

Roberto Carlo Rossi, presidente dell’Ordine dei medici, commenta la novità "Si rischia di incentivare la trasgressione. Meglio educare fin da piccoli".

"Io sono d’accordo sulla stretta anti fumo e sull’educazione in tal senso. Ma attenzione: si rischia che resti solo la parte punitiva della norma e che, diventando il fumo qualcosa di proibito, si incentivi la trasgressione". Il commento è di Roberto Carlo Rossi, presidente dell’Ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri della provincia di Milano, riguardo al provvedimento che scatterà in città con il nuovo anno: dal 1° gennaio, tabacco bandito in tutte le aree pubbliche o ad uso pubblico all’aperto, incluse vie e strade, ad eccezione delle aree isolate in cui è possibile rispettare la distanza di 10 metri da altre persone. Divieto valido anche nei dehors dei locali. La sanzione per i trasgressori? Tra 40 e 240 euro di multa. Ammesse le sigarette elettroniche.

Trova che sia un’esagerazione? "Io sono contro il fumo, della sigaretta in particolare – e non sarebbe male puntare anche alla disuassuefazione da quelle elettroniche, perché ancora non è chiaro che impatto abbiano sulla salute –. Ma se nei luoghi chiusi il danno è evidente, non solo per chi fuma ma anche per chi è attorno, all’aperto il danno è sicuramente minore. Bisogna usare il buon senso: non fumare vicino agli altri. Mi viene in mente una barzelletta, sulle tasse dei Borbone: “Il popolo piange“, veniva annunciato. E il sovrano per tutta risposta aggiungeva un’altra imposta. Così due, tre volte. Poi: “Il popolo ride“. Risposta del sovrano: “Allora toglietela!“. Ecco, io penso che quando si arriva al paradosso, a una norma scarsamente applicabile, il rischio è che diventi controproducente. Perché scatta la voglia di trasgredire".

Come fare, allora, per cambiare le abitudini? "Puntare sull’educazione. Andare nelle scuole, ancora di più. Perché ancora adesso molti adolescenti pensano che farsi vedere con la sigaretta equivalga a mostrare che si è grandi, non più bambini. Invece devono capire che non è così. Che fumare può solo fare del male, a sé a agli altri. Bisogna puntare alla convinzione di singoli, più che “tirare troppo la corda“".

Vietare il fumo all’aperto è “tirare troppo la corda“? "Sì. Se fumi da solo, al parco (dove peraltro a Milano è già vietato dal 2021, così come alle fermate dei mezzi pubblici, nei parchi e nelle aree verdi, ndr), il male lo fai solo a te stesso. Certo, sul lungo periodo anche alla collettività, se pensiamo alle malattie legate al fumo, per la cui cura si grava sul sistema sanitario nazionale. Ma io ribadisco: non arriviamo all’esagerazione".

Lei ha mai fumato? "No, mai. Non tollero l’odore della sigaretta. Più che altro commetto peccati di gola".