Milano, 4 dicembre 2024 – Conclusi gli accertamenti sulla salma di Ramy Elgaml disposti dal pm, il corpo del diciannovenne egiziano del Corvetto morto all’alba di domenica 24 novembre nello schianto del TMax guidato da un amico durante un inseguimento dei carabinieri, dopo un alt ignorato e otto chilometri di fuga, è stato restituito alla famiglia: il funerale è previsto per questa mattina al cimitero di Bruzzano.
Nel frattempo si attendono i risultati degli esami tossicologici chiesti dalla Procura per capire quali fossero le condizioni del ragazzo alla guida dello scooter, il ventiduenne Fares Bouzidi originario della Tunisia su cui pende un’ordinanza agli arresti ai domiciliari per resistenza, uscito domenica dal coma farmacologico ma non ancora in grado di affrontare un interrogatorio.
Le immagini dei rilievi
Le indagini per fare luce sulla dinamica dell’incidente intanto procedono. Sul tavolo del procuratore Marcello Viola c’è la prima informativa della polizia locale con le foto del luogo dell’incidente, tra via Ripamonti e via Quaranta, e i rilievi iniziali sui due mezzi.
I primi risultati non mostrano evidenze: sull’auto dei militari non ci sono segni della vernice del TMax. La morte di Ramy, dovuta alla lesione dell’aorta, che ha portato all’emorragia interna, è probabilmente riconducibile all’“impatto” con “il palo semaforico”. La procura potrebbe disporre una consulenza cinematica per fornire ulteriori elementi. Dal filmato della telecamera in strada, infatti, non si capisce se ci sia stato un urto determinante tra i due mezzi. E sono in corso verifiche anche sui telefoni di due ragazzi che in tv hanno sostenuto che gli uomini dell’Arma avrebbero cancellato dei video da loro girati sul posto.
Le scelte dell’Arma
Sia Bouzidi, sia il vicebrigadiere che era alla guida dell’auto sono indagati per omicidio stradale. Per il carabiniere, nei giorni scorsi era stata lanciata una raccolta fondi sulla piattaforma Gofundme, a cura di un collega e di un poliziotto, per aiutarlo con le spese, a cominciare da quelle legali. In una manciata di giorni è stato raggiunto l’obiettivo prefissato: 50mila euro.
Ieri il generale Pierluigi Solazzo, comandante provinciale dei carabinieri di Milano, ha però tenuto a precisare che “l’Arma dei carabinieri non lascia soli i propri uomini: esistono diversi strumenti a tutela del personale che intervengono quando, durante lo svolgimento delle funzioni connesse alla tutela dell’ordine e della sicurezza pubblica, accadono episodi come l’incidente di via Ripamonti”.
Quali sono, questi strumenti? “Oltre al gratuito patrocinio, a cura dell’Avvocatura dello Stato, previsto per tutti i dipendenti pubblici e alla normale polizza di Responsabilità civile auto, gli operatori delle forze dell’ordine possono contare su una serie di istituti giuridici come l’anticipo per sostegno economico, previsto dall’articolo 63 del Dpr 164/2002”, che consente di “ottenere un sostegno per affrontare gli oneri derivanti dalle esigenze di difesa sin dalla fase iniziale del procedimento”.
Esiste poi “la richiesta di anticipo delle spese legali, prevista dall’articolo 18 della legge 135/1997, che si può chiedere a titolo di rimborso, quando parte dell’attività del legale di fiducia sia stata già svolta”. Ancora, il “rimborso per patrocinio legale, previsto dall’articolo 18 della legge 135/1997”, che si aggiunge alla “polizza di responsabilità civile”.
La morte di Ramy ha scatenato proteste nel Corvetto e acceso i riflettori sui disagi di periferia. Ieri in Consiglio comunale diversi consiglieri di maggioranza e opposizione hanno ricordato il ragazzo e riflettuto sui problemi della zona. E al diciannovenne è stato dedicato un minuto di silenzio, chiesto dalla consigliera Diana De Marchi (Pd).