
I ragazzi degli oratori milanesi in cammino insieme all’arcivescovo di Milano Mario Delpini: il giubileo è coinciso con la morte del Papa
Milano, 27 aprile 2025 – Da Milano a Roma per l’ultimo saluto a Papa Francesco. Tra i ragazzi più piccoli arrivati in piazza San Pietro quando era ancora buio, qualcuno non aveva mai visto l’alba. Diocesi Ambrosiana presente con l’arcivescovo Mario Delpini, due vescovi ausiliari, diversi sacerdoti, religiosi e laici e, soprattutto, 7mila giovani degli oratori che nella capitale stanno partecipando al “Giubileo degli adolescenti” insieme a ragazzi di tutto il mondo.
Da diversi Paesi anche 250 studenti delle scuole dei gesuiti ospitati dall’Istituto Leone XIII – zona CityLife – che con i coetanei milanesi venerdì sera hanno riempito 5 pullman, partendo alle 21 da Milano per arrivare sul sagrato di San Pietro alle 5 di sabato.
Giovani di Avignone, di New York, del Messico, della Croazia e dell’Albania, solo per citare alcuni luoghi. Un evento che la comunità del Leone XIII preparava da tempo, in occasione della canonizzazione di Carlo Acutis (che frequentava proprio questo istituto) prevista per oggi, domenica, e poi rimandata per la morte di Papa Francesco. Ma il cambio di programma non ha scoraggiato il gruppo. Anzi: l’evento si è trasformato in “Carlo e Francesco two of us“.
“Abbiamo dormito un’ora ma siamo felici – commenta Leonardo Del Bo, studente 18enne del liceo scientifico –. Una volta arrivati in piazza San Pietro, alle 5, ci siamo messi in coda. Dopo tre ore, passati i controlli, siamo riusciti a sistemarci in una posizione avanzata dalla quale abbiamo potuto osservare tutto”.
Il momento che porterà nel cuore? “Il suono della campana, alla fine delle esequie, e la musica angelica diffusa. Piangevamo per il Papa ma la giornata era tutta davanti a noi: segno che tocca a noi proseguire le sue azioni, nel nostro piccolo. Anche nel nome di Carlo Acutis, che diceva “siate originali, non fotocopie“. Entrambi ci hanno insegnato a non seguire la massa. A essere noi stessi, a dare più che a ricevere”.
“È emozionante essere oggi in piazza San Pietro – dice il direttore generale dell’istituto Vincenzo Sibillo –. In questo momento c’è ancora l’applauso, con il feretro sollevato. Abbiamo pregato per il Papa e per Carlo. Nell’omelia è stata sottolineata la grande apertura di Papa Francesco, la sua attenzione alla diversità, da vedere come ricchezza, a creare ponti. Sono i nostri stessi valori. Idealmente per noi si chiude un cerchio: eravamo stati ricevuti da lui in udienza poco dopo la sua elezione, nel 2013, e oggi lo salutiamo”.
Alle 12, le campane delle chiese di tutta la Diocesi Ambrosiana hanno suonato a lutto, mentre in piazza San Pietro c’era la delegazione con l’arcivescovo Mario Delpini affiancato dai monsignori Giuseppe Vegezzi (vicario episcopale della città di Milano) e monsignor Luca Raimondi (vicario episcopale della Zona IV – Rho), nominati vescovi proprio da papa Bergoglio il 30 aprile 2020. Insieme a 7mila ragazzi degli oratori, che hanno raggiunto la capitale in treno o in pullman (3mila hanno dormito nella Fiera di Roma, con i sacchi a pelo). Nel pomeriggio c’è stato il passaggio della Porta Santa da parte dei giovani pellegrini a San Giovanni in Laterano, guidato da monsignor Delpini che ha atteso tutti i gruppi e, a tutti, ha lasciato un messaggio e la benedizione. Questa mattina è in programma la celebrazione di una messa di suffragio per il Santo Padre presieduta dal cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato. Nel pomeriggio, il rientro a Milano.