M.MIN.
Cronaca

Fuori Maran, tutti gli scenari del rimpasto in Giunta

Il Pd spinge per l’ingresso di un dem: Barberis in pole. Sala non vuole l’Urbanistica. ad interim e studia le mosse

Pierfrancesco Maran

Milano - La nomina ufficiale ieri non c’è stata, è slittata a lunedì. Ma l’approdo dell’assessore comunale all’Urbanistica Pierfrancesco Maran al Governo con il ruolo di capo del Dipartimento per le opere pubbliche, le risorse umane e strumentali del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sembra cosa fatta. Nel Pd, il partito di Maran, danno il passaggio per scontato e stanno iniziando a ragionare sul nuovo assetto della Giunta guidata dal sindaco Giuseppe Sala. Un passaggio che dopo la presa di distanza del primo cittadino dal Pd e l’adesione ai Verdi Europei assume un significato ancora maggiore. I dem sembrano intenzionati a chiedere al sindaco di mantenere lo stesso peso in Giunta. In altre parole, se esce Maran deve entrare nell’esecutivo un altro esponente del Pd, possibilmente un consigliere comunale da promuovere in Giunta. Il nome in pole position è quello del capogruppo Filippo Barberis. Ma c’è chi cita anche il presidente del Consiglio comunale Lamberto Bertolè.

Il ricambio uno a uno (uno esce, uno entra) non è l’unico scenario citato a Palazzo Marino, anche perché non è detto che il consigliere entrate andrebbe in automatico a occuparsi della delega all’Urbanistica. C’è quindi chi ipotizza che il sindaco possa puntare a un rimpasto un po’ più ampio, con l’ingresso di un nuovo assessore e il cambio di deleghe per uno o più assessori già presenti nell’esecutivo di Palazzo Marino.

Tra gli scenari, invece, il meno gettonato è quello del sindaco che tiene ad interim la delega all’Urbanistica fino a fine mandato, anche se alcune partite del settore, ad esempio quella del progetto Statale a Città Studi, sono già trattate dal sindaco in prima persona e non più dall’assessore, per non parlare delle tensioni tra Sala e Maran sul progetto del nuovo Pirellino. Un ulteriore scenario – l’ingresso di un tecnico per Urbanistica – è ritenuto poco praticabile per i pochi mesi di mandato rimasti fino alle elezioni. Un altro nodo da sciogliere riguarda i tempi dell’avvicendamento di Maran. I boatos più insistenti raccontano di una sostituzione in tempi brevi, la soluzione più gradita dal Pd. Ma a Palazzo Marino non si esclude che la situazione possa rimanere congelata per qualche settimana.

Nei dem, infine, qualcuno osserva che con l’addio di Maran a Palazzo Marino – una via d’uscita per il fatto che Sala ha già detto che gli assessori con due mandati in Giunta alle spalle non saranno riconfermati nell’esecutivo nel prossimo mandato – la posizione di Marco Granelli e Cristina Tajani, anche loro con due mandati in Giunta, si indebolisce ulteriormente.