Milano, 19 aprile 2023 – “Il nome giusto era Al-Coda, non Alcova”, “Ma questo non era mica un ‘ex’ macello?”. E poi i “No, non è possibile”, i “Ma dove inizia?”, e soprattutto i tanti “Ma sono fuori?”. Voci dalla lunga, lunghissima, coda davanti alle fatiscenti palazzine dell’ex Macello in viale Molise dove va in scena uno degli appuntamenti da sempre più gettonati del Fuorisalone, quello di Alcova, il progetto espositivo ideato da Joseph Grima e Valentina Ciuffi per la trasformazione temporanea di luoghi abbandonati della città in vere e proprie gallerie d’arte.
Dopo l’ex ospedale militare di Baggio dell’anno scorso, quest’anno la scelta è caduta sul complesso dell’ex Macello, tra viale Molise e Via Lombroso. Un evento che, fin dall’apertura, ha attirato migliaia di visitatori. E stamattina, sotto un sole finalmente caldo, se n’è avuta un’ulteriore, affollatissima conferma.
Un immenso serpentone di persone si è creato fin dall’apertura, alle 11 della mattina, davanti ai cancelli arrugginiti del complesso. Una coda che parte dall’ingresso di viale Romagna, gira intorno alle malandate mura dell’ex macello e arriva in pratica fino all’Ortomercato. Un chilometro e mezzo circa di appassionati di design provenienti da tutto il mondo.

“Speriamo di metterci un’ora”, dice un ragazzo di Colonia, arrivato ieri dalla Germania con altri due amici, sorridente nonostante il delirio davanti a lui. E a chi gli fa notare che è un po’ troppo ottimista, risponde – potere del Fuorisalone – con una divertita alzata di spalle: “Ma sì, va bene lo stesso”. Davanti a lui un vero melting pot. Oltre ai tedeschi, ci sono francesi, inglesi, olandesi, americani e tanti asiatici, cinesi e coreani soprattutto. E poi italiani, con accenti delle più disparate zone del Paese. Qualche esclamazione in veneto, qualcuna con cadenza romanesca, qualcuna in pugliese. Fortuna che gli spazi all’interno sono tanto fatiscenti quanto enormi: si entra a grandi gruppi e la coda scorre abbastanza veloce.
“Anche ieri c’era coda, ma non così”, dice divertito uno dei ragazzi dell’organizzazione in impeccabile abito scuro. “E non voglio immaginare cosa ci sarà durante il weekend”. Già, perché se il buongiorno si vede dal mattino, i prossimi giorni sarà ancora più affollato.
Con buona pace degli automobilisti e dei trasportatori incolonnati in via Lombroso, uno degli accessi alla città dalla tangenziale est. Insieme alle persone infatti, complice anche la “combo assassina” con il mercato settimanale del vicino piazzale Martini, nella parte finale verso sud della circonvallazione esterna in coda c’erano anche auto, furgoni e camion. I cui clacson e le occasionali imprecazioni hanno fatto da colonna sonora all’attesa