Erano specializzati soprattutto in furti fuori dai locali. Approfittavano dell’assenza dei proprietari, per rubare tutto quello che lasciavano nelle auto e nei bagagliai, dai giubbotti fino ai computer. E, così, due fratelli italiani erano riusciti a stoccare un vero e proprio magazzino di merce rubata del valore di diverse migliaia di euro.
A mettere fine a questo “lavoro“ sono stati i carabinieri della tenenza di Cologno Monzese che, dopo aver identificato la coppia di parenti, ha anche individuato il “box delle meraviglie“. Non solo. Con un’indagine certosina, ora i militari sono riusciti anche a rintracciare tutti i 39 proprietari legittimi dei prodotti nascosti nella rimessa e pronti per la vendita sul mercato nero.
I due fratelli di 42 e 47 anni, già noti alle forze dell’ordine per reati specifici, erano stati fermati a Cologno dopo aver fatto un pieno “a scrocco“ nell’area di servizio della Tangenziale Est. A tradirli il fatto che avessero utilizzato una carta di credito rubata poco prima a una ventiquattrenne. Da quel rifornimento di benzina era così partita l’attività per ricostruire i movimenti dei due delinquenti. Anche grazie ai sistemi di videosorveglianza, l’Arma era giunta a identificare i malviventi e a giungere fino all’autorimessa di Rodano, dove tutti gli oggetti trafugati erano stati stipati. Dopo il fermo dei fratelli e l’arresto a maggio con l’accusa di furto e ricettazione, i carabinieri colognesi erano arrivati al garage in via Papa Giovanni XXIII, trovandovi all’interno una grande quantità di merce rubata: pc portatili, tablet, smartphone, orologi, borse, portafogli, una grande quantità di zaini. Nel magazzino c’erano persino una consolle da dj e una costosa chitarra elettrica Fender Stratocaster. All’interno del box, sono stati ritrovati anche gli arnesi del mestiere, come chiavi alterate, grimaldelli e altri utensili da scasso.
Non è stato facile il lavoro per incrociare le denunce presentate in diversi mesi con l’abbondante refurtiva ritrovata, trovando i legittimi proprietari. Alla fine del lungo lavoro di ricostruzione, ben 39 persone sono state convocate alla caserma di via Calamandrei, per riconoscere e tornare in possesso dei propri averi. I 39 nei mesi scorsi avevano presentato denunce per furto tra Milano e diversi Comuni dell’hinterland.