Milano, 25 aprile 2016 - Il trucco è collaudato. Due banditi seguono la vittima fin dentro il vagone del metrò. Uno lascia cadere un paio di occhiali, distraendola, poi un complice apre la cerniera della sua borsa e infila le mani arraffando il portafoglio. Mentre un terzo staziona in mezzo alle porte del treno per impedire che si chiudano. Quando il colpo è stato messo a segno, via di corsa. Tutto in una manciata di secondi. Le porte si chiudono, il metrò parte. E il malcapitato si accorgerà del furto quando ormai i ladri sono lontani. Un escamotage classico, per i borseggiatori.
Ma alla “banda degli algerini”, così è stato battezzato un trio di banditi seriali di 50, 30 e 35 anni, l’ultima volta è andata male. Sono stati arrestati dall’Unità reati predatori della polizia locale, coordinata dal comandante Antonio Barbato e voluta dall’assessore Marco Granelli (Sicurezza) per contrastare i manolesta, sotto la direzione degli ufficiali Varno Maccari e Marta Tampieri. I tre criminali, tutti disoccupati e con precedenti di polizia per reati contro il patrimonio (uno aveva obbligo di firma e un secondo era già stato espulso dall’Italia), sono ora dietro le sbarre.
I fatti risalgono a martedì 12. Ore 8.40, due turiste orientali salgono sul metrò a Porta Venezia, linea rossa. Una delle due trasporta dei bagagli. Le telecamere della banchina hanno ripreso la scena: due uomini salgono dopo di loro. Un terzo resta fuori, fermo tra le porte, e non sfugge all’occhio elettronico. La dinamica del borseggio viene ricostruita in seguito: uno dei malfattori lascia cadere i suoi occhiali da sole ai piedi della vittima, attirando la sua attenzione. Un secondo apre la cerniera della sua borsa a tracolla e prende il portafoglio con 250 euro e 485 dollari, quattro carte di credito e documenti. Il bottino finisce dentro un impermeabile beige modificato ad arte in corrispondenza delle tasche, con dei fori per le mani. La vittima si accorge del borseggio solo dopo qualche fermata e denuncia tutto a un agente di polizia locale in piazza San Babila.
Scatta la caccia alla banda. La polizia locale sospetta subito del trio, già noto, e passa al setaccio i filmati delle telecamere di sorveglianza. Poco dopo i tre vengono avvistati sulla banchina della fermata metropolitana di Pagano, sempre della linea rossa: salta subito all’occhio l’impermeabile beige. Lo stesso algerino indossa anche un berretto blu che - si giustificherà in seguito - gli serviva «a proteggersi dal sole». Curioso che temesse di scottarsi in un tunnel del metrò. Nelle tasche di due malviventi è stata trovata parte del bottino. E alle 9.35 i tre sono stati dichiarati in stato di arresto. Meno di un’ora dopo il colpo.