Milano – Ore 13.53 di lunedì 22 luglio. C'è un uomo che corre in viale Tunisia: attraversa velocemente il passaggio pedonale all'incrocio con corso Buenos Aires, si avvicina a una macchina parcheggiata lungo il marciapiedi e prova ad aprire la portiera anteriore sinistra, senza riuscirci. Quello scatto insospettisce gli agenti dell'Antiborseggio della Squadra mobile, in servizio nella zona, che lo arresteranno qualche minuto dopo.
Il furto sul furgone
Sì, perché, dopo il primo tentativo andato a vuoto, il trentatreenne cubano, sconosciuto agli archivi delle forze dell'ordine, punta il furgone di una società di spedizioni: attende che il corriere scenda dal veicolo, si avvicina e apre la portiera, nonostante il conducente l'abbia chiuso regolarmente con il telecomando. L'uomo sale rapidamente a bordo, prende il portafogli lasciato nell'abitacolo e si allontana. È in quel momento che i poliziotti in borghese lo bloccano, scoprendo anche il suo trucco.
Il jammer che intercetta le frequenze
Nelle tasche del cubano, i poliziotti guidati dal dirigente Alfonso Iadevaia e dal funzionario Filippo Bosi trovano un jammer, un dispositivo che intercetta le frequenze e inibisce il segnale del telecomando. Tradotto: il proprietario del furgone pensava di aver chiuso il veicolo, ma in realtà il marchingegno aveva bloccato l'impulso per la chiusura centralizzata.
Il jammer, simile a una radiolina portatile, è stato sequestrato, mentre il cubano è stato arrestato, con direttissima in programma nella mattinata di martedì 23 luglio.