Milano, 26 aprile 2024 – L’ennesimo furto al bancomat ai danni di un anziano, al quale si aggiunge la beffa dell’impianto di videosorveglianza della banca, che avrebbe dovuto registrare tutto, ma che in quel momento non funzionava. Una vicenda che si è trasformata poi in una sorta di odissea di carte bollate durata cinque mesi. E che infine la banca ha risolto con una laconica comunicazione al cliente: "Il rimborso non è previsto nel suo caso".
La denuncia arriva da Gianlorenzo Bentivoglio, 87 anni, ingegnere informatico ed ex dirigente di una multinazionale americana che, nonostante avesse scelto uno sportello bancomat interno a un istituto di credito – di quelli in cui si accede attraverso le porte automatiche – proprio per evitare spiacevoli incontri ritirando i soldi, si è ritrovato con 500 euro volatilizzati e, per di più, una serie di spese accessorie e scocciature per seguire la pratica e far valer le proprie ragioni. "Ma una cosa soprattutto mi ha colpito: il disinteresse della banca, di cui peraltro sono cliente da anni".
“Tutto – racconta il pensionato – è iniziato verso le 11 di mattina del 16 ottobre del 2023. Sono andato allo sportello bancomat di via Buonarroti. Scelgo sempre quelli interni, proprio perché non voglio ritirare i soldi in strada. Ho inserito la mia tessera, digitato il codice e scelto l’importo da prelevare. 500 euro. In quel momento però ho notato per terra, una banconota da 20 euro e degli occhiali da sole: mi sono distratto un attimo. Poi una donna accanto a me ha raccolto velocemente quello che c’era per terra ed è uscita. Quando sono tornato a guardare il bancomat, l’operazione era terminata, ma i soldi non c’erano".
A questo punto Bentivoglio entra in banca per segnalare la mancata erogazione e chiedere spiegazioni. "Il dipendente mi ha fatto compilare un modulo e il giorno dopo sono stato contattato dalla banca che mi ha riferito che i soldi erano stati erogati regolarmente. A quel punto, ripensando agli strani movimenti mentre ero allo sportello bancomat, ho capito di essere stato derubato. Insomma, c’è una banda specializzata in questo trucco: fanno cadere una banconota nel momento giusto, distraggono il malcapitato e poi spariscono coi soldi usciti dal bancomat".
Poco male, pensa Bentivoglio, ci sono le telecamere: per capire cos’è successo basta visionare i filmati della videosorveglianza. "La banca – spiega il pensionato – mi ha informato che per farlo serviva la denuncia". E qui inizia l’odissea. "Sono quindi andato dai carabinieri e ho sporto denuncia". Quello subito da Bentivoglio è però un furto con destrezza, serve una querela.
Quindi non basta la denuncia, deve intervenire la magistratura. Il 4 novembre 2023 i carabinieri visionano i file con i filmati e trasmettono il resoconto al Gip di turno. "Dopo mesi di attesa e ripetuti solleciti - prosegue Bentivoglio - varie volte avanti e indietro dal tribunale, dove peraltro ci sono gli ascensori rotti, marche da bollo e moduli, la risposta, sconcertante, è arrivata l’11 marzo 2024, cioè quasi cinque mesi dopo il furto, quando finalmente sono riuscito ad avere copia della relazione dell’esame di quei filmati". La relazione dei carabinieri dice testualmente: "I filmati non sono visualizzabili, in quanto il file è presumibilmente corrotto". Niente filmati, quindi niente furto. E, naturalmente, nessun rimborso. "Che esista una banda di ladri che deruba le persone al bancomat - conclude Bentivoglio - purtroppo non fa più notizia, quello che invece è grave secondo me è che questi criminali hanno potuto farla franca perché la videosorveglianza interna alla banca non ha funzionato. E, cosa ancora più grave, dall’istituto di credito non ho ricevuto alcuna assistenza".