Milano, 5 luglio 2024 – Torna ad animare il dibattito politico milanese e lombardo il tema di un’eventuale fusione fra Trenord e Atm, progetto finalizzato a creare un grande gruppo dedicato al trasporto pubblico regionale. Se ne parla da anni, periodicamente rilanciato e poi puntualmente rimesso nel cassetto. Per i suoi sostenitori – fra cui il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini – la fusione creerebbe una società “competitiva non solo a livello italiano ma addirittura a livello europeo e mondiale”.
Concetto ribadito dal ministro proprio poche settimane fa a Milano. E tra i fautori c’è anche il governatore lombardo Attilio Fontan
a, che però oggi ha di nuovo dovuto fare i conti con la reazione fredda del sindaco di Milano Giuseppe Sala (il Comune di Milano detiene la maggioranza societaria dell’Azienda milanese di trasporti). Per il primo cittadino del capoluogo lombardo, infatti, che ha parlato della questione a margine di un convegno dedicato alle smart cities, resta prematuro “parlare di una fusione fra Trenord, Atm e Fs”. “La Regione deve prima di tutto concentrarsi sul rapporto fra Fs e Trenord – ha sottolineato Sala – anche se è chiaro che avere un sistema integrato di trasporto che gestisca in modo efficiente gli spostamenti dell’area milanese e lombarda sia auspicabile”.La replica del presidente lombardo
La reazione di Fontana non si è fatta attendere. "Del mio rapporto con Fs non si deve preoccupare il sindaco Sala perché lo gestisco io – afferma il governatore a margine degli Stati generali sull’intelligenza artificiale a Palazzo Lombardia – e non ho nessuna intenzione di sposare chi non vuole sposarsi, ho semplicemente detto che sarebbe un'opportunità. Se per il sindaco Sala non è un'opportunità la lasciamo perdere e siamo felici ciascuno a casa propria". Sul futuro del trasporto ferroviario regionale – che inevitabilmente ha Milano come “cuore” e quindi non può prescindere da Atm – la Regione ha le idee chiare. Ribadite sia da Fontana sia dal suo assessore ai Trasporti Franco Lucente. Puntare all’acquisizione completa di Trenord – oggi gestita in modo paritetico da Palazzo Lombardia (che detiene il 50% della società) e dalle Ferrovie dello Stato – e parallelamente, appunto, arrivare alla fusione con Atm. Entro questa legislatura, ovvero entro il 2028. Scontato quindi che i distinguo e il freno a mano tirato da Sala non siano i benvenuti. Da una parte c’è una società, Atm, che pur avendo registrato un crollo degli utili nel 2023, scesi a 753mila euro rispetto ai 15 milioni del 2022, è fra le migliori società di trasporto pubblico italiane con una consolidata presenza in Europa, dove gestisce le reti metropolitane di Salonicco, in Grecia, e della capitale danese, e punta ora anche alla Francia; dall’altra Trenord, il cui servizio “in netto peggioramento da cinque anni” (per riprendere le parole del Pd in Consiglio regionale) si traduce in ritardi e soppressioni che da anni rendono difficile la vita ai pendolari. Proprio pochi giorni fa, l'assessore Lucente aveva confutato questa bocciatura del servizio ferroviario. A suon di statistiche. Per Lucente "in Lombardia l’81 per cento dei treni arriva a destinazione in orario, l’87 per cento entro i sette minuti, il 95 per cento entro 15 minuti. Gli indicatori nazionali rilevano che le performance di Trenord sono superiori al 92 per cento”.