NICOLA PALMA
Cronaca

Galleria, la gioielleria Grimoldi vince due volte contro il Comune: sarà bottega storica e avrà lo sconto-Covid

Due sentenze nello stesso giorno favorevoli al negozio con vetrina sotto i portici di piazza Duomo. Sì al rinnovo senza gara e aumento del canone da conteggiare dopo la fine dell’emergenza pandemica

Grimoldi può rimanere in Galleria

Milano – Due sentenze favorevoli nello stesso giorno. Una del Tar e una del Consiglio di Stato. Entrambe a favore di Grimoldi e contro il Comune nell’annosa contesa legale sugli affitti in Galleria.

Partiamo dalla seconda, che ha riconosciuto che la gioielleria ha tutti i requisiti della bottega storica. In particolare, i giudici, in linea con quanto stabilito a fine 2021 dai colleghi lombardi, hanno valorizzato "il particolare pregio" dell’esercizio commerciale e l’importanza per la clientela di riferimento e in generale per il contesto "culturale e artistico" del Salotto.

L’insegna che campeggia sotto i portici di piazza Duomo dal 1984 (in continuità con la precedente gestione datata 1932) va aggiunta all’elenco stilato nel 2020 che comprende già Noli, Cadè, Bar Marino, Ruggeri, Verga, Haeres Equita, Mejana, Biffi e Spagnoli. Di conseguenza, ha diritto alla procedura che prevede il rinnovo della concessione senza gara pubblica. Peraltro, già dopo il primo grado, il Comune ha invitato la società a sottoscrivere il rinnovo del contratto d’affitto scaduto il 10 giugno 2020 alle condizioni previste per le botteghe storiche – costo annuale di 3.303,56 euro al metro quadrato con 10% di sconto per i mono vetrina – dando come deadline il 24 novembre 2022 e vincolando l’efficacia dell’accordo "all’accoglimento del ricorso in appello". Ora quel verdetto è arrivato.

Nel frattempo, i titolari della gioielleria hanno impugnato pure quella comunicazione di Palazzo Marino, contestando sia l’importo del nuovo canone (139.509,85 euro) sia il calcolo dell’indennità extracontrattuale per il periodo trascorso tra la fine della vecchia convenzione e l’inizio della nuova. Per quanto riguarda la prima parte del ricorso, il Tar ha ritenuto corretta la decisione del Comune di "allineare il nuovo canone alla media delle offerte presentate negli ultimi due anni in gare di affidamento di concessioni commerciali per la stessa categoria merceologica".

E passiamo al secondo aspetto. L’amministrazione ha chiesto alla gioielleria di pagare per 31 mesi, in un’unica soluzione, la differenza tra il vecchio e il nuovo canone di concessione. Tuttavia, i giudici hanno considerato questa scelta in contrasto con l’articolo 103 del decreto-legge 18 del 2020, che in piena pandemia ha imposto la proroga della validità di "tutti i certificati, attestati, permessi, concessioni, autorizzazioni e atti abilitativi" in scadenza tra il 31 gennaio 2020 e la data "della dichiarazione di cessazione" dello stato di emergenza da Covid fino a 90 giorni dopo la fine dell’allarme coronavirus. Per il Tribunale, quella norma va applicata pure alle concessioni di beni pubblici come i locali della Galleria, quindi anche a Grimoldi. Conclusione: la cifra dell’indennità va ridefinita al ribasso, perché la convenzione non è scaduta il 10 giugno 2020 ma il 29 giugno 2022.