MASSIMILIANO MINGOIA
Cronaca

In Galleria Vittorio Emanuele si cerca il negozio numero 44: bando per lo spazio lasciato dalla Rizzoli

Milano, prima asta all’incanto fuori dall’Ottagono: si parte da 835mila euro. Introiti da 80 milioni di euro all’anno: +50% negli ultimi tre anni

L’assessore comunale al Demanio Emmanuel Conte affacciato in Galleria

L’assessore comunale al Demanio Emmanuel Conte affacciato in Galleria

Milano – Sarà l’attività commerciale numero 44 con una vetrina con vista sulla Galleria Vittorio Emanuele. In totale, 289 metri quadrati messi all’asta all’incanto, quella con i rilanci in diretta, a partire da una base di 835.045 euro annui per una concessione lunga 18 anni. Sarà la prima asta all’incanto di uno spazio che non si affaccia nell’Ottagono del Salotto. L’ultima novità legata alla Galleria ha a che fare con la storica libreria Rizzoli, la quale ha rinnovato il contratto con il Comune, proprietario dell’immobile, per altri 18 anni al canone annuo di 527.654 euro, sta realizzando una riqualificazione degli spazi, ma ha deciso di rinunciare ai quasi 300 mq sopracitati, che consentono all’amministrazione di mettere all’asta il nuovo spazio, il cui bando è stato pubblicato pochi giorni fa sul sito Internet del Comune.

Attualmente sono 43 le “insegne d’oro” con altrettanti marchi sui bracci coperti della Galleria, più altre 8 insegne sotto i Portici di Piazza Duomo. Dunque, in totale, i concessionari del Salotto sono una cinquantina, per circa 40mila mq di superficie occupata, con un introito per il Comune di 80 milioni circa. Negli ultimi tre anni, quelli del secondo mandato del sindaco Giuseppe Sala e dell’assessore al Bilancio e Demanio Emmanuel Conte, gli introiti sono aumentati di circa 30 milioni, ovvero oltre il 50%: per la precisione da 53 milioni (a consuntivo 2021) a 80 milioni (+9 milioni all’anno, cioè più del 15% in progressione ogni anno).

È la progressione più alta registrata nella storia della Galleria: nel triennio 2013-2016, nell’era Pisapia, con in mezzo l’Expo 2015, si passò da 20 a 28 milioni. Durante il primo mandato Sala, fino al Covid, dal 2017 al 2019, gli introiti sono cresciuti da 30 a 45 milioni. “La razionalizzazione degli spazi – spiega Conte – ci permette di valorizzare al meglio le potenzialità della Galleria che è stata oggetto, nel tempo, di interventi mirati a preservarne il significato monumentale, storico, culturale e identitario e, al contempo, ad incrementarne la redditività, per continuare a garantire i servizi ai cittadini della nostra città”.

Oltre alla separazione degli spazi al piano terra, come per la Rizzoli, in questi anni c’è stata anche la “verticalizzazione” della Galleria: si sono aggregati ai negozi spazi in più ai piani superiori, prima in disuso o utilizzati per servizi o uffici dell’amministrazione e bisognosi di restauri e riqualificazioni, di cui si sono fatti carico i concessionari. Prima di Rizzoli, gli altri “spin off” dai negozi di maggiori dimensioni sono stati: dai 560 mq dell’ex Stefanel i negozi di Longchamp e di Rolex; dai 450 mq dell’ex Tim i negozi di Armani e Fratelli Rossetti; dagli oltre 300 mq dell’ex Tod’s i negozi di Loro Piana e Rocca. I nuovi negozi aperti negli ultimi tra anni, invece sono Bric’s, Pinko, Tod’s, Bottega Veneta, Chanel (si è allargato nel secondo spazio a fianco), Gucci, Rolex, Loro Piana, Armani. Devono aprire Rocca, Panerai, Balenciaga, The Bridge e Tiffany.

Conte chiosa con questa riflessione: “La Galleria è un luogo unico che da oltre 150 anni accompagna con la sua eleganza la storia della città accogliendo botteghe storiche e nuovi marchi pronti a grandi investimenti. Per questa vetrina internazionale l’amministrazione comunale ha un progetto ampio, che comprende la sua valorizzazione storica e artistica, la salvaguardia di un mix funzionale che la renda vissuta da tutti, dalle prime ore del mattino alla sera tardi, e una utilità per tutti i milanesi grazie alle risorse che offre per i servizi alla città”.