ANNAMARIA LAZZARI
Cronaca

Galleria Vittorio Emanuele presa d’assalto dai turisti: quando la ricerca di angoli “instagrammabili” diventa follia

Nell’Ottagono fila per fare tre giri di tacco: il toro del mosaico star su Instagram. Crescono shopping e prenotazioni nei ristoranti: “Finora fatturato eccezionale”

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Milano 03082024 FOLLA Turisti Galleria Vittorio Emanuele e Duomo foto Salmoirago

Il salotto della città vive uno stato di grazia. Sabato una folla brulicante ha preso d’assalto la Galleria Vittorio Emanuele II, neanche fosse l’ultimo sabato prima di Natale e non il primo d’agosto. Occhio e croce, di milanesi ce sono assai pochini (chi può è già in spiaggia): sono quasi tutti turisti stranieri. In genere scrutano la bellezza del passaggio coperto, progettato nella seconda metà dell’Ottocento dall’architetto Giuseppe Mengoni, attraverso la lente della telecamera del telefonino: sotto la cupola centrale il rischio urto coi passanti è concreto, causa alto tasso di riprese e selfie. Ma il vero assembramento è attorno al celeberrimo (è una star sui social) mosaico del toro disegnato sul pavimento dell’Ottagono. Sarebbe il simbolo del capoluogo piemontese ma non importa a nessuno.

C’è la fila solo per effettuare il rituale scaramantico. “Io l’ho scoperto su Instagram. Ci sono tantissimi tutorial che spiegano come fare…” spiega Céline Stregger, originaria di un paesino sulla sponda tedesca del Lago di Costanza. “In città staremo poco, perché siamo diretti a Roma ma non volevo perdermi la possibilità di guadagnare un po’ di fortuna” dice. Pensiero anche di un altro turista, Tomás Restly, da Barcellona, felice come un bimbo dopo aver fatto i tre giri di tacco sull’affossamento che corrisponde agli attributi dell’animale.“Però la Galleria merita una visita a prescindere: è piena, oltre che di mosaici, di cariatidi e decorazioni incantevoli”.

I più però vengono per bisogni più prosaici che ammirare la Galleria: lo shopping nelle boutique di lusso, dove per entrare può capitare di attendere pazientemente fuori dall’ingresso, l’aperitivo al Camparino o il risotto alla milanese nei ristoranti di livello. Il passaggio fra piazza Duomo e piazza della Scala, insomma, non è una gallina d’oro solo per le casse del Comune attraverso le aste.

“Luglio è stato eccezionale, con un aumento di fatturato del 10% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e anche i primi tre giorni di agosto promettono un altro mese da record. In queste fase il turismo è molto variegato. Molti sono viaggiatori provenienti dal mondo arabo, soprattutto da Arabia Saudita, Qatar e Kuwait; sono tornati i cinesi, soprattutto da Hong Kong, i coreani e non manca una fetta importante di europei e americani” racconta un soddisfatto Pier Antonio Galli, proprietario dello storico ristorante Galleria oltre che consigliere dell’associazione Salotto di Milano. Pochi invece i cittadini autoctoni rimasti a frequentare i suoi tavoli: “I manager che di solito accogliamo a pranzo sono partiti verso altri lidi mentre di sera, essendo la stagione conclusa, non ci sono più gli abbonati al Teatro alla Scala, che sono una fetta importante della nostra clientela negli altri mesi dell’anno”.

Fa eccezione al clima di esaltazione da fatturato la libreria Bocca, presente in Galleria dal 1936. “Luglio è andato bene perché c’è un turismo culturale che viene in città per visitare le mostre e apprezza molto il nostro “prodotto”. Ad agosto invece prevalgono gli stranieri mordi e fuggi. Chi entra in negozio lo fa per chiedere informazioni molto pratiche, come l’indirizzo per un bar economico, o per fare foto, nonostante l’esplicito divieto e senza neanche un accenno di saluto. Acquirenti di libri d’arte - ma anche solo di una guida cartacea, di una cartolina, di un segnalibro… - non se ne vedono” ammette Monica Lodetti che col fratello Giorgio gestisce una libreria che, considerando le sue varie sedi (non solo a Milano, ma anche Parigi, Firenze, Roma e Torino), è pronta a festeggiare l’anno prossimo il traguardo eccezionale di 250 anni di storia.