Milano, 31 luglio 2024 – Come nel film “Galline in fuga” di Park e Lord, anche il loro destino sembrava tragicamente segnato. Ma in questa storia l’epilogo felice è dovuto, a differenza del capolavoro DreamWorks, allo slancio ideale degli esseri umani che hanno salvato, grazie a una campagna “virale”, 942 galline ovaiole da morte certa, regalando loro una vita libera e dignitosa.
Quella che per due anni e mezzo non hanno avuto. “Io le galline le ho sempre amate, da 20 anni ne ho anche qualcuna in casa, e da un po’ di tempo avevo l’idea di ritirarne qualche decina da un allevamento intensivo della provincia di Como. Quando le ho viste chiuse in gabbia, però, mi si è stretto il cuore e ho deciso che avrei fatto di tutto per salvare quelle 942 che a breve sarebbero state mandate al macello, perché dopo due anni e mezzo finisce, per gli allevatori, la loro carriera di produttrici di uova. So che altre non saranno così fortunate ma questo non può essere un alibi per non fare nulla”, spiega Andrea Notaro, 52 anni, referente della sezione milanese della Lega Nazionale per la Difesa del Cane che ha sede nel rifugio di Segrate (dove sono ospiti un centinaio di cani e una decina di gatti), di cui è responsabile.
“Non ho mai pensato a un blitz animalista: è vero che non condivido il metodo intensivo, ma quello che si fa lì dentro è legale. Qualunque rimostranza non avrebbero portato ad alcun esito. Ho preferito la via del dialogo, facendo un accordo con l’allevatore che si è dimostrato collaborativo. Per il riscatto di ciascuna abbiamo versato 3 euro, la stessa cifra che avrebbe ricavato dal macello. Da inizio giugno abbiamo avviato una campagna di raccolta fondi: c’è chi si è limitato a fare una donazione, non avendo spazi adatti, come molti milanesi, e chi si è portato anche a casa una o più galline.
Il tam tam sui social
Il salvataggio è avvenuto attraverso decine di viaggi: l’ultimo risale a venerdì scorso”. La campagna si è rivelata un successo: “Merito del tam tam sui social, dell’interesse della Curva Nord dell’Inter e della generosità di industriale che vuole rimanere anonimo. A un certo punto ho dovuto dire basta alle donazioni…”.
Il record di adozione appartiene a un uomo di 56 anni di Pontirolo Nuovo, in provincia di Bergamo, che “ne ha portate via 50, il limite massimo se non si è un allevamento, per il suo giardino da 10mila metri quadri”.
Le famiglie adottanti sono quasi tutte della Lombardia per non far soffrire gli animali nel trasporto. Fa eccezione Letizia, venuta con la mamma Gloria, da Monsummano Terme, in provincia di Pistoia: “Si è fatta quattro ore di viaggio e altrettante al ritorno, per adottare 40 galline e due coniglietti”. L’associazione le Vele di Pioltello, che si occupa di fragilità, ne ha prese venti. “Io non ne ho tenuta nessuna, ne ho già cinque”, dice Notaro. “Il rischio che le mangeranno è escluso, sono tutte galline magre e spennate a causa della cattività, in gabbia stavano in sei. Però fra 3 o 4 mesi saranno in grado di produrre uova”. Mai più, però, a ritmi “industriali”.