Milano – Un raid senza un apparente perché, forse preceduto da un litigio. Il parapiglia nell’ormai solito scenario di piazza Gae Aulenti, quotidianamente frequentata da gruppi di ragazzi che arrivano da diverse province della Lombardia a bordo dei regionali che fanno tappa alla stazione Garibaldi. Volano insulti e bottiglie, si fa fatica a ricostruire dinamica e fazioni rivali. In azione, si scoprirà poi dalle telecamere, una baby gang al femminile formata da adolescenti di seconda generazione, nate tra Italia e Marocco da genitori nordafricani.
Nel mirino finisce una diciassettenne di origine senegalese, residente nel Bresciano, salvata in extremis dall’intervento di alcune guardie giurate in servizio nel complesso di Porta Nuova e poi affidata alla sorella maggiore. Alla fine, sono due le persone medicate dai sanitari di Areu: un vigilante egiziano di 35 anni, colpito all’orecchio da un pezzo di vetro, e una quindicenne che due mesi fa si era allontanata volontariamente dalla famiglia a cui era stata affidata e che ieri notte è scappata dall’ospedale sparendo nel nulla.
La cronaca dell’episodio ci riporta alle 20.25 di giovedì in piazza Aulenti: lì arrivano i carabinieri del Radiomobile e della stazione Moscova, sollecitati da più chiamate al 112 che parlano di una violenta rissa in corso. I militari si imbattono subito nella quindicenne, che ha un vistoso taglio su un avambraccio; insieme a lei ci sono una diciassettenne residente nel Comasco, una quindicenne che vive alla Barona e una diciannovenne residente nel Pavese. La ferita sostiene di essere stata accoltellata dalla diciassettenne senegalese, che dal canto suo fornisce una versione opposta dell’accaduto.
A confermare quest’ultima ricostruzione ci pensano gli addetti alla sicurezza intervenuti per proteggerla, che spiegano che poco prima la giovanissima nordafricana e le sue amiche sono piombate all’improvviso in piazza e hanno aggredito la diciassettenne. Le immagini registrate dagli occhi elettronici danno la prova definitiva; e sono sempre i filmati a chiarire che in realtà la quindicenne aveva il braccio sporco di sangue già prima del blitz. Le ragazzine, senza documenti d’identità, vengono accompagnate in caserma e poi riaffidate ai genitori. Tutte tranne la maggiorenne e la ferita, che viene accompagnata in codice verde al Fatebenefratelli. Dai controlli in banca dati emerge che il 24 giugno la sua tutrice legale, nominata dal Tribunale per i minorenni di Brescia, ne ha denunciato la scomparsa, dopo che la ragazzina si è allontanata volontariamente dalla famiglia presso la quale era stata affidata da un’associazione.
Poco dopo le 3, arriva una chiamata al 112: la quindicenne, che stava dormendo su un letto della sala dell’osservazione pediatrica e che qualche ora dopo avrebbe dovuto incontrare gli assistenti sociali, è scappata.