ANNA MANGIAROTTI
Cronaca

Garage delle Nazioni, scende in campo la Soprintendenza: stop alla demolizione

Milano, per l’edificio degli anni 50 firmato dall’architetto Antonio Cassi Ramelli avviata la verifica di interesse culturale. L’idea di trasformare il parcheggio sul tetto in un vertiporto

Il Garage delle Nazioni

Il Garage delle Nazioni

Milano – Provvidenziale come la Vergine Paramithia (della gioia e sollievo), Vittorio Sgarbi il 26 marzo scorso sul nostro giornale ha proclamato di voler riscrivere il destino del Garage delle Nazioni, via Calderon de la Barca, parallela al corso di Porta Romana, idealmente l’inizio della via Emilia. E arriva lo stop alla minaccia di demolire questa che è stata definita “la più grandiosa” fra le autorimesse milanesi (Giornale dei Costruttori, 1956). E tanto bella da far scattare le foto di Basilico.

Non ne dubitava Sgarbi: "Alla Soprintendente Carpani non ho dovuto fare la predica, lei ha coraggio. L’importanza della settantenne architettura, quando gliel’ho accennata, le era ben chiara. A tutta la categoria, semmai, la predica la farò al convegno di Roma il 4 luglio. Inammissibile difendere i graffiti del Leoncavallo e non quelli risalenti al ’26 (come un’opera di De Chirico) della villetta Liberty demolita in zona Porta Romana perché non sottoposta a tutela".

L’avvio della procedura di verifica dell’interesse culturale (VIC), quindi di vincolo sul Garage, è invece stato comunicato il 30 maggio dall’assessore Giancarlo Tancredi. Avvisata, dunque, l’attuale proprietà che tra no e sì, corsi e ricorsi, dal 2017 chiede un cambio d’uso: neo Hotel Parking di lusso, con residenze di lusso, in due torri di 14 e 9 piani. La Soprintendenza nel frattempo pure vigilerà. Per salvaguardare il Garage progettato sull’area squassata dai bombardamenti dall’architetto professor Antonio Cassi Ramelli.

Nel novembre 1953, a nome dell’allora proprietà Meroni committente, lui si rivolgeva al “signor Sindaco“: "Il Comune di Milano ha ribadito il concetto dell’opportunità di costruire una moderna autorimessa dove l’edificante intende costruire, e i sottoscritti si permettono di sottolineare l’importanza tecnica della soluzione proposta e ne richiedono un benevolo esame", firmandosi in coppia con l’ingegner Gino Joriati, responsabile dei calcoli delle strutture in cemento armato.

Il Moderno, certo, o Razionale (in ogni senso), ultima stagione architettonica della Milano che ora rischia di arrendersi a globalizzazione e speculazione immobiliare, attuata in silenzio: "Non è stata data pubblicità al progetto di demolizione e ricostruzione del complesso, rimasto in gran parte sconosciuto al quartiere" aveva denunciato Michele Sacerdoti, fisico esperto di antimateria e gravità, politico della rara specie non corruttibile. Per primo, dal 2019 si era opposto. E insieme a Paolo Cassi Ramelli, figlio di Antonio, sollecitato la Soprintendenza a porre “il vincolo storico-relazionale ai sensi dell’art.10 comma 3 lettera d) del D.legs 42/2004 e s.m.i. così da mantenere l’attuale destinazione d’uso o promuovere destinazioni compatibili. Per esempio: ricaricare le auto dei residenti, quando sarà riservato il centro storico alla mobilità elettrica".

Altro suggerimento dei neo-futuristi: perché non adibire l’inedito parcheggio sul terrazzo, esclusivo e bell’e pronto, a vertiporto? Per le Olimpiadi del 2026 dovrebbero decollare da almeno 4 previsti Skyports i primi taxi volanti, per migliorare il collegamento con gli aeroporti e decongestionare il traffico urbano.

Sogno-incubo del sindaco Beppe Sala, la città “car free“. Ha promesso di far piovere multe sui creativi del parcheggio e soprattutto prevenire, costruendo nuovi parcheggi. "Intanto, non faccia abbattere quelli esistenti", gli ispirano gli abitanti intorno al Garage delle Nazioni: nonostante i suoi 800 posti auto, la sosta selvaggia, nelle strade di casa, la sperimentano anche sul marciapiede.