GUIDO BANDERA
Cronaca

Milano, Garavaglia indagato per danno erariale: non sarà un caso Siri

Il viceministro nel mirino dei giudici. Ma non c'è voglia di scontro alla vigilia della trattativa sui conti con Bruxelles

Massimo Garavaglia (Ansa)

Milano, 9 giugno 2019 - Lo scontro - a parole - c’è, ma la sensazione è che sulla richiesta di danni della Corte dei Conti lombarda a carico del leghista Massimo Garavaglia, viceministro all’Economia, non ci sarà una resa dei conti come sul caso dell’ex sottosegretario Armando Siri, dimissionato dal premier Giuseppe Conte alla vigilia del voto in un turbine di polemiche fra Carroccio e 5 Stelle. 

La voglia di combattersi dei due alleati potrebbe essere scemata in vista del più duro scontro con l’Europa per evitare la procedura di infrazione. Certo, le prese di posizione non mancano. E soprattutto la Lega non ha alcuna intenzione di farsi mettere di nuovo in crisi dall’assalto pentastellato sulla «questione morale». Al punto da difendere anche il ritiro delle dimissioni del sindaco di Legnano, Gianbattista Fratus, ai domiciliari per lo scandalo corruzione nella città-simbolo del Guerriero. «Non temo nulla. Abbiamo tante di quelle cose da fare al governo, e il confronto con l’Europa è quello che assorbirà tutte le nostre energie nelle prossime settimane», ha detto Matteo Salvini.  «Valuteremo eventuali scenari futuri - ha detto -, ma non conosco gli elementi e non posso commentare a caso, posso solo dire che anche io non so quante inchieste ho pendenti su di me. Ma sono assolutamente tranquillo».

Speculare e opposta, ma non eccessivamente aggressiva, la posizione dell’altro vicepremier, Luigi Di Maio. «Auguro a Garavaglia di essere innocente. Se non dovesse essere così auspico quello che è successo già con Rixi, cioè un passo indietro del diretto interessato». E la differenza in fondo è tutta qui. Fra Siri e il trauma delle dimissioni “imposte” e Edoardo Rixi, altro sottosegretario leghista che dopo una condanna per le cosiddette “spese pazze” nella regione Liguria si è fatto da parte. E il percorso tracciato da Di Maio sarebbe quello. Lasciare senza troppi problemi. Ma in quale caso?

La posizione di Garavaglia non è oggetto di un procedimento penale, semmai di un dossier - con relativa richiesta di risarcire un danno erariale - per la vendita di un palazzo dell’Asl giudicata troppo sfavorevole alla Regione ai tempi in cui era assessore con Roberto Maroni. «Gli auguro di chiarire tutto, spiegando perché ha fatto quelle cose nell’interesse dei lombardi. Credo che sia la spiegazione migliore». È il commento - più attendista - del sottosegretario pentastellato agli Affari Regionali, Stefano Buffagni. Lo stesso Buffagni all’epoca dei fatti era consigliere regionale e ha ricordato di essere stato «uno dei pochi che alla Lega aveva fatto opposizione». Buffagni non avanza però alcuna richiesta di dimissioni. «Io non sono per il pre-crimine»,  ha sottolineato, e il coinvolgimento in un’indagine «è una cosa che spesso un amministratore deve subire».