STEFANO ZANETTE
Cronaca

L’omicidio di Garlasco: la Procura di Pavia tiene le carte coperte. Cosa significa per l’indagato Andrea Sempio

La Procura non ha notificato più nulla agli avvocati dell’indagato ma nemmeno alle parti offese, la famiglia della vittima, Chiara Poggi

Andrea Sempio, 37 anni, esce dal tribunale con uno dei suoi avvocati, Angela Taccia.

Andrea Sempio, 37 anni, esce dal tribunale con uno dei suoi avvocati, Angela Taccia.

Garlasco (Pavia) – La Procura di Pavia tiene le carte coperte. Non solo procedendo con indagini senza notificare nulla alla parte offesa, ma a maggior ragione svelando il meno possibile all’indagato. “Non ci è stato più notificato nulla”, conferma Massimo Lovati, difensore di Andrea Sempio, che lo scorso 21 febbraio ha scoperto con l’avviso di garanzia di essere indagato, per la terza volta (dopo due precedenti archiviazioni), per l’omicidio di Chiara Poggi, uccisa il 13 agosto 2007 nella villetta di via Pascoli a Garlasco. Un omicidio per il quale è già stato condannato in via definitiva a 16 anni di carcere Alberto Stasi, con la nuova indagine che ipotizza il reato in concorso tra Sempio e ignoti o lo stesso Stasi già giudicato separatamente.

La prima notifica all’indagato Sempio è stata funzionale alla richiesta di essere sottoposto a prelievo volontario del Dna, al quale si è rifiutato su suggerimento del legale, sia per avere il tempo di leggere gli atti sia per verificare se un Gip avesse firmato la richiesta della Procura per un prelievo coattivo, cosa che poi è in effetti successa e da martedì 11 marzo ha riportato d’attualità il giallo di Garlasco.

Ma come è ormai emerso nel corso di una intensa settimana, è dall’ottobre dello scorso anno che la Procura di Pavia ha riaperto le indagini, ottenendo il via libera dalla Cassazione dopo che per due volte un Gip aveva negato tali richieste. In questo lungo periodo non di giorni ma di mesi, come aveva già sottolineato l’avvocato Gianluigi Tizzoni, legale della famiglia Poggi, la Procura non gli ha neppure ancora rilasciato il necessario “atto abilitativo” per poter depositare la nomina come persone offese dei famigliari della vittima.

Anche perché la Procura deve notificare alle parti offese solo determinati atti come accertamenti irripetibili o in incidente probatorio, che per ora dunque non sono previsti. Neppure la comparazione del Dna di Sempio con le tracce trovate sulle e sotto le unghie di Chiara e anche con altri campioni che non vengono meglio precisati, forse, anzi certo, di proposito: la Procura, senza notificare nulla né a parte offesa né tantomeno alla difesa dell’indagato, sta quindi procedendo con consulenze di parte, affidate nella modalità degli accertamenti ripetibili, senza il coinvolgimento delle altre parti che sarebbe necessario per accertamenti irripetibili.

E se gli avvocati di Sempio avevano già raccolto la disponibilità dell’ex comandante del Ris di Parma Luciano Garofano, per la nomina della consulenza si deve ancora aspettare. E non poco: il rischio per Andrea Sempio e la sua difesa è quello di non sapere più nulla fino alla notifica delle conclusioni delle indagini, con la richiesta di rinvio a giudizio o di archiviazione, per la quale ci vorrebbero però ancora almeno “sei, sette o anche otto mesi” ipotizza l’avvocato Lovati, facendo i conti dei 12 mesi dall’apertura delle indagini. Anche un nuovo interrogatorio dell’indagato Sempio, al momento non è stato richiesto dalla Procura. “No, non è stato chiesto – conferma l’avvocato Lovati – non ci resta che aspettare”.