Milano, 29 giugno 2018 - I locali gay in zona Porta Venezia, oltre a classiche mete del turismo a Milano come musei, monumenti e strade dello shopping. Un’offerta alla quale si aggiungeranno tour organizzati dall’Associazione Italiana Turismo Gay e Lesbian (Aitgl) «alla scoperta delle relazioni omosessuali» di Leonardo Da Vinci, nel 2019, quando in città si celebreranno i 500 anni dalla scomparsa del genio con una serie di iniziative. Milano, secondo gli operatori del settore, è «una delle città più gay-friendly d’Italia» e, anche per questo, una delle mete più gettonate da visitatori di tutto il mondo. Un palcoscenico sarà il Milano Pride di domani. Poi, nel 2020, nella città della Madonnina si terrà la 37esima convention globale sul turismo Lgbt organizzata dall’International Gay e Lesbian Travel Association (Iglta): l’evento di apertura al Castello Sforzesco, con un tour per i 400 delegati provenienti da tutto il mondo, mentre l’Atahotel Expo Fiera a Rho-Pero ospiterà per cinque giorni gli altri incontri. Secondo gli organizzatori, la manifestazione porterà a Milano un indotto di 1,5 milioni di euro.
«Milano è considerata una città accogliente e tollerante - spiega Alessio Virgili, presidente dell’Aitgl - spicca rispetto ad altre mete turistiche italiane. Anche in zona Porta Venezia i locali gay si affiancano a quelli “mainstream”, senza l’effetto ghetto. C’è ancora molto da fare - sottolinea - e per questo stiamo lavorando con le catene alberghiere, ma soprattutto con i piccoli esercizi, per favorire l’accoglienza». Dai dati di una ricerca realizzata da Lanfranchi Editore per Aitgl emerge che il turismo Lgbt vale in Italia 2,7 miliardi di euro all’anno. Un flusso di denaro che in parte finisce a Milano, meta di visitatori con reddito più alto rispetto alla media e un’alta propensione a spendere per cultura e divertimenti. Anche se la città della Madonnina non compare tra le 16 destinazioni considerate gay-friendly dagli italiani che hanno partecipato al sondaggio. Al primo posto Barcellona, seguita da Mikonos e dalle Canarie. Tra le località del Belpaese compaiono Gallipoli (11esimo posto), Torre del Lago Puccini, frazione di Viareggio e capitale italiana del turismo Lgbt (14esimo posto) e Roma alla 16esima posizione. «Promuoviamo una formazione continua del nostro personale - spiega Renzo Iorio, manager di AccorHotels Italia e Grecia - basata sulla non discriminazione». Dal report 2018 di “Open for business”, una coalizione di 26 aziende internazionali impegnate a promuovere i diritti Lgbt, emerge tra l’altro che «l’inclusione della comunità Lgbt coincide ovunque con l’acquisizione di livelli più elevati di innovazione, maggiori competenze e una migliore qualità della vita che, a loro volta, contribuiscono a migliorare la performance economica e l’aumento del Pil pro capite».
Il report stila anche una classifica delle 121 città più “open for business” del mondo in base al loro grado di inclusività, competitività economica e progresso. Tra le città più aperte Amsterdam, Berlino e San Francisco, mentre Milano e Roma figurano tra quelle «parzialmente aperte». Tra i membri della coalizione la società Accenture, sponsor del Milano Pride, che ha attuato politiche gay-friendly come l’estensione dei permessi parentali facoltativi per il partner che non è riconosciuto come genitore legale. «Investiamo sul turismo Lgbt - spiega l’assessore al Turismo del Comune di Milano Roberta Guaineri - sofisticato e con una capacità di spesa elevata». In questo ambito rientra il tour “Leonardo Da Vinci in a Gay Light” promosso da Aitgl, con un focus sulle relazioni affettive del genio. E un viaggio nelle campagne del Cremasco sulle orme del film “Chiamami col tuo nome” di Luca Guadagnino, che racconta la storia d’amore tra due ragazzi.