REDAZIONE MILANO

Gemma Bracco rapinata nella sua casa a Roma, dalla truffa alle minacce di morte: bottino di 3 milioni

La poetessa, 80 anni, moglie dell’ex ministro Paolo Baratta ha consegnato gioielli, soldi e lingotti d’oro al falso avvocato e al falso carabiniere. La polizia ha arrestato un 35enne, ancora in fuga il complice

Roma, 18 febbraio 2025 – Una truffa durata sei ore e degenerata in rapina, con un bottino di circa tre milioni di euro tra contanti, gioielli, oggetti preziosi e lingotti d’oro. Vittima, nella sua abitazione romana, la poetessa milanese Gemma Bracco, 80 anni. L’episodio risale al 4 ottobre scorso, ma solo ieri, dopo quattro mesi di indagini serrate, gli agenti della squadra Mobile, coordinati dalla Procura di Roma, hanno arrestato un 35enne originario di Napoli, che assieme a un complice (ancora in fuga) avrebbe inscenato la truffa del falso incidente, trasformatasi poi in rapina ai danni della poetessa e moglie di Paolo Baratta, economista ed ex ministro sotto i governi Amato, Ciampi e Dini. 

Uno dei truffatori che hanno rapinato Gemma Bracco (frame video polizia di Roma)
Uno dei truffatori che hanno rapinato Gemma Bracco (frame video polizia di Roma)

Truffa durata sei ore

Secondo quanto ricostruito dagli agenti di polizia della Capitale, la poetessa è stata vittima del più classico dei raggiri ai danni di anziani: la truffa del falso incidente. In questo caso il raggiro è andato avanti per circa sei ore ed è stato messo a segno da due uomini che si sarebbero presentati alla vittima l’uno come finto avvocato, l’altro come finto maresciallo dei carabinieri. Il copione è sempre lo stesso: il falso avvocato telefona alla vittima e le dice che la figlia è stata portata in caserma in stato di fermo perché ha investito una donna. A questo punto arriva la prima richiesta di denaro: 6.500 euro, che dovrebbero servire, stando al falso avvocato, a tutelare la figlia della vittima. 

Bottino di tre milioni

Ma quando uno dei truffatori si è recato in casa dell’anziana per prelevare la somma richiesta, come da copione, dev’essersi reso conto che la vittima aveva una disponibilità economica di gran lunga superiore a quanto ipotizzato, e si è spinto oltre, in una escalation di intimidazioni e minacce, fino a quando la donna è stata costretta a consegnare ai malviventi soldi, gioielli, oggetti di valore e persino dei lingotti d’oro che custodiva in cassaforte per un valore complessivo di circa tre milioni di euro. 

Le minacce: “Ti spezzo in due. Ti butto dalla finestra”

Durante una delle ripetute richieste di denaro, però, la truffa prende una piega violenta. Uno dei malviventi, entra in casa della donna, la afferra per un braccio e minaccia di “spezzarla i due” e di “scaraventarla dalla finestra”, poi saccheggia cassetti e mobili. Durante la truffa, andata avanti per tutto il pomeriggio, i malviventi hanno tenuto impegnate le linee telefoniche della vittima, sia l’utenza fissa che quella mobile, per evitare che potesse chiedere aiuto. Solo quando, dopo aver ripulito l’appartamento, i due sono andati via, la donna è riuscita a telefonare alla figlia, che l’ha raggiunta a casa. Madre e figlia hanno quindi ricostruito l’accaduto e chiamato la polizia per presentare denuncia.