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Maria Cristina è la madre di uno dei ragazzi aggrediti La donna ha parlato in Consiglio comunale e ha scritto al sindaco
Milano – “Vorremmo che i nostri figli tornassero a una vita normale. Ma è dura. Noi stessi siamo terrorizzati: ora, per qualunque uscita serale, li accompagniamo e li andiamo a riprendere. Non potrebbe essere diversamente dopo quello che abbiamo passato”. A parlare sono la madre e il padre di due ragazzi di 15 anni, compagni di scuola, che la sera di sabato 7 febbraio sono stati aggrediti da una baby gang all’Arco della Pace. “Un’aggressione senza motivo da parte di una ventina di giovanissimi – precisa la donna, Maria Cristina –. Poteva esser un massacro. Mio figlio è tornato a casa con il labbro spaccato, una parte di volto tumefatta ed ecchimosi su tutto il corpo. Un suo amico invece ha avuto un’emorragia alla testa, dopo che lo hanno buttato giù lanciandogli prima un casco e poi una bottiglia di vetro”.
“Mio figlio – prosegue il padre del ragazzo in questione – ha avuto una prognosi di 30 giorni. Tra qualche giorno dovrà rifare la risonanza magnetica. È tornato a scuola, ha ripreso la sua quotidianità. Ma è ancora scioccato”.
I fatti: attorno alle 23 di sabato 7 febbraio, dopo essere usciti da un locale, i cinque ragazzi hanno salutato delle loro coetanee, tra cui la sorella di uno di loro, e si stavano organizzando per tornare a casa. “Di colpo – racconta Maria Cristina – sono stati accerchiati da una ventina di ragazzi. Mio figlio li ha descritti come giovani, forse un po’ più grandi di loro, probabilmente di origine straniera. Poi la richiesta: “Hey bro, hai una sigaretta? Vieni a sederti qua". Mio figlio ha detto “no, non fumo”. Ed è cominciata l’aggressione. Tutti e cinque sono stati picchiati. A un certo punto, qualcuno ha cercato di togliere il giubbotto a mio figlio. Ma l’obiettivo non era la rapina: hanno agito come mero atto di violenza. Colpisce l’efferatezza e la gratuità dell’azione. E se quei ragazzi avessero avuto un coltello?”.
“Siamo terrorizzati – continua il papà dell’altro ragazzo –. La vita ci è cambiata, abbiamo fatto una doccia fredda di consapevolezza. Mi sono reso conto che non si è al sicuro in nessuna zona, neppure in quelle più centrali della città”. Tutte le famiglie hanno sporto denuncia alla polizia; Maria Cristina ha parlato il mercoledì successivo in Consiglio comunale e ha scritto una lettera rivolgendosi al sindaco: “Perché non c’era, sabato, una pattuglia fissa all’Arco della Pace?”, e altre, ha proseguito, “nelle zone della movida?”.
A riguardo, ieri “Noi moderati" ha lanciato una petizione popolare chiedendo presìdi notturni della polizia locale per contrastare i raid violenti delle baby gang. In piazza Cordusio sono intervenuti il deputato e coordinatore regionale Alessandro Colucci e la senatrice Mariastella Gelmini. “Chiediamo – si legge nel testo della petizione – un presidio fisso di due pattuglie di polizia locale dalle 20 alle 4 da giovedì a domenica nei quartieri che sono i principali luoghi di aggregazione giovanile e a maggior rischio: Arco della pace, Porta Venezia-Lazzaretto-Melzo, Navigli e Isola”. La consigliera comunale Mariangela Padalino sottolinea che “dopo le violente aggressioni recenti a Molino Dorino, Arco della Pace e Merlata Bloom, serve un rafforzamento immediato del controllo del territorio. Il Decreto Caivano può funzionare solo se chi delinque viene fermato”.