di Anna Giorgi
MILANO
A Genovese, nel filone bis, vengono contestate più "ipotesi di violenza sessuale", tra il marzo 2019 e il novembre 2020, su una modella 22enne, in un caso anche con l’aiuto dell’ex fidanzata Sarah Borruso. Contestazioni che erano già finite anche al vaglio del gip Tommaso Perna che per quei fatti (e per presunti abusi anche su un’altra ragazza), però, non aveva disposto una nuova misura cautelare, dopo che il 46enne era già stato arrestato per la violenza sessuale sulla 18enne nel suo attico di lusso a due passi dal Duomo. Genovese e l’ex fidanzata sono anche imputati per un tentativo di abusi su una 28enne nel febbraio 2020. La vittima che avrebbe subito violenze aveva raccontato a verbale "quei ricordi mi provocano difficoltà a dormire e altresì un grande senso di soffocamento". Secondo l’accusa, l’ex fondatore di start up digitali abusava delle giovani sempre quando erano "in stato di semi incoscienza". L’accusa di intralcio alla giustizia (contestata anche a Leali) riguarda, invece, il tentativo di offrire, prima dell’arresto del novembre 2020, poche migliaia di euro alla modella 18enne (la prima vittima) in cambio di una sua ritrattazione su quelle 20 ore di abusi nella notte dell’ottobre 2020.
[FIRMADATA]L’ipotesi di detenzione di materiale pedopornografico, infine, riguarda la cartella chiamata "La Bibbia 3.0" nella quale la Polizia postale trovò un ingente quantitativo di immagini di minori. Genovese sta scontando la prima condanna in carcere, almeno fino alle fine di ottobre perché, come ha stabilito la Sorveglienza, è in corso una valutazione psichiatrica sulla causa specifica dei reati e delle modalità di "estrema violenza" con le quali sono stati commessi.
Poi, i giudici decideranno sull’istanza della difesa di affidamento terapeutico in una clinica per disintossicarsi. "Meno male che mi avete arrestato, perché così mi avete salvato dalla tossicodipendenza e dai miei errori", ha detto l’ex imprenditore ai pm durante l’ultimo interrogatorio.
Questo nuovi abusi sono emersi dalla seconda tranche delle indagini. La richiesta, formulata dall’aggiunto Letizia Mannella e dai pm Rosaria Stagnaro e Paolo Filippini, a seguito delle indagini condotte dalla Squadra mobile, sfocerà in una nuova udienza, qualora lo stabilisse il gup.
Il filone economico resta ancora aperto e va verso la soluzione di un accordo.
La Cassazione a fine novembre aveva confermato il sequestro da 4,3 milioni di euro, disposto dal Riesame dopo che il gip l’aveva negato, per gli anni 2018-2019.
Questi reati sono contestati in una tranche dell’inchiesta condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf di Milano, coordinata dai pm Paolo Filippini e Rosaria Stagnaro sulle sue movimentazioni finanziarie.