FEDERICA ZANIBONI
Cronaca

"Genuino il senso di colpa di Piscina". Così l’ex speaker ha convinto il gup

L’ex conduttore radiofonico Andrea Piscina, arrestato a Milano lo scorso giugno per produzione di materiale pedopornografico e violenza sessuale...

L’ex speaker Andrea Piscina, 26 anni

L’ex speaker Andrea Piscina, 26 anni

L’ex conduttore radiofonico Andrea Piscina, arrestato a Milano lo scorso giugno per produzione di materiale pedopornografico e violenza sessuale nei confronti di minori adescati sui social, ha manifestato un "genuino senso di colpa". È quanto scrive il gup Roberto Crepaldi nelle motivazioni della sentenza con cui ha condannato l’ex speaker 26enne a sei anni di reclusione, riconoscendogli le attenuanti generiche.

Il giudice osserva che Piscina ha espresso "a più riprese" la "profonda sofferenza per il dolore inferto alle giovani vittime, manifestando la (auspicabilmente sincera ma illusoria) speranza che le azioni commesse" avessero "cagionato il male minore possibile". Una "consapevolezza", quella relativa al "disvalore sociale delle proprie condotte", che per il giudice per l’udienza preliminare è risultata "tangibile" nelle dichiarazioni spontanee rese in aula dal 26enne durante il processo, quando aveva ammesso i fatti e parlato di problemi familiari e personali. La "positiva adesione alle iniziative terapeutiche", inoltre, è "una chiave di accesso fondamentale alla rieducazione cui è preposta la pena, che tale funzione può svolgere solo che sia calibrata adeguatamente sul disvalore del fatto e sulla personalità del reo".

Come osserva il giudice, "l’aiuto psicologico di cui ha potuto e continua a fruire" lo ha portato a maturare "quasi una sensazione di sollievo rispetto alla restrizione della libertà personale che lo ha colpito".

Una "sensazione", questa, che sarebbe anche "rappresentata dall’affermazione che Piscina ha rivolto al padre al momento dell’esecuzione della misura cautelare, ovvero quella di essere finalmente ‘libero’".

L’ex speaker, fratello del consigliere comunale leghista Samuele Piscina, avrebbe adescato i ragazzini su piattaforme social, presentandosi con falsi nomi come “Alessia”, “Anna” e “Sara”. Nella prima fase dell’inchiesta, coordinata dal pm Giovani Tarzia, era stata individuata subito una vittima, ma poi le moltissime immagini trovate sui dispositivi del giovane, nel successivo lavoro investigativo, hanno portato gli inquirenti a identificare altri due minori che sarebbero stati adescati attraverso la sua attività in una polisportiva. Il pm Giovanni Tarzia aveva chiesto per lui una condanna a 9 anni di carcere.

F.Z.