REDAZIONE MILANO

Isis, Mohamed Nosair: “Sparare? Macché attentati, parlavo dei fuochi per Capodanno”

L’interrogatorio del secondo egiziano arrestato con l’accusa di aver aderito a Daesh. Come il connazionale Rafaei Alaa ha sostenuto la tesi di una “simpatia” limitata alle posizioni anti-Assad

Militanti di Daesh (Archivio)

Militanti di Daesh (Archivio)

Milano, 19 ottobre 2023 – Affiliazione all’Isis? Macché. Solo una “simpatia” manifestata in chiave anti-Assad, il presidente autocrate alla guida della Siria dal 2000, fra i principali bersagli dello Stato Islamico. E le parole sulla possibilità di sparare? Nessuna minaccia, solo voglia di fare festa a Capodanno

È questa la linea di difesa espressa da Gharib Hassan Nosair Mohamed Nosair, il 49enne egiziano arrestato due giorni fa a Sesto San Giovanni nell’ambito dell’operazione che ha portato in carcere anche il connazionale Rafaei Alaa. I due, accusati di associazione con finalità terroristiche per la loro presunta adesione a Daesh, sono stati interrogati oggi dal gip di Milano.

Antipatia per Assad

Nosair, nella sostanza, sostiene la tesi di un momentaneo “sbandamento”, favorito dalle posizioni assunte dall’Isis nei confronti di Assad, politico che sarebbe oggetto delle sue antipatie. "Le mie erano soltanto manifestazioni di simpatia per l'Isis in un periodo in cui combatteva contro Assad – ha affermato l’indagato in sede di interrogatorio – poi quando ho capito chi era davvero lo Stato islamico mi sono dissociato".

Finanziamento? No, solo beneficenza

Nosair nell’interrogatorio di garanzia, assistito dall'avvocato Massimo Lanteri, il 49enne ha risposto alle domande del giudice. Ha parlato pure di quei "1.000 euro in tranche da 50-20 euro" che ha inviato a donne "in Palestina e Yemen". Donne da cui, ha sostenuto, riceveva "videomessaggi sulle loro condizioni disagiate" e che lui quindi avrebbe deciso di aiutare, "facendo del bene". Parole analoghe a quelle pronunciate dal connazionale Alaa in mattinata, anche lui pronto a giurare di aver inviato denaro non per finanziare la jihad ma per “solidarietà”.

Lacrime davanti al gip

Anche Nosair ha pianto più volte davanti al giudice e, quando gli è stata contestata un'intercettazione in cui parlava di "sparare" - ha spiegato il difensore - l'uomo ha detto che "era il 31 dicembre e parlavano di fuochi d'artificio".

La difesa ha presentato istanza al gip di revoca della misura cautelare, eseguita due giorni fa, e in subordine ha chiesto i domiciliari. Per il legale non ci sono gli estremi giuridici, stando a giurisprudenza della Cassazione, per contestare l'associazione con finalità di terrorismo e, al massimo, si potrebbe contestare l'apologia di reato.