
L'ultimo saluto a Giacomo Bulleri (Newpress)
Milano, 9 settembre 2019 - E' stato il giorno dell'ultimo saluto a Giacomo Bulleri, simbolo della ristorazione italiana nel mondo. Bulleri, originario di Collodi ma milanese d'adozione, si è spento venerdì a 94 anni. I funerali si sono svolti oggi, lunedì 9 settembre, nel primo pomeriggio in via Conservatorio, presso la Chiesa di Santa Maria della Passione. In tanti sono accorsi per rendere omaggio all'uomo che nel 2017 il New York Times aveva definito "the man who cooked for Italy". Presenti i familiari, gli amici e le tante persone che hanno conosciuto e apprezzato Bulleri.
L'INTERVISTA Milano, dal lavoro di lavapiatti all'impero dei ristoranti: la vita di Giacomo Bulleri
La filosofia
Nato a Collodi in Toscana nel 1925, Bulleri si era trasferito giovanissimo a Torino, dove aveva lavorato "a bottega" per carpire i segreti della cucina italiana. Nel 1958 a Milano l'apertura del primo ristorante, Trattoria Da Giacomo, in cui prese forma la visione filosofica di un'arte culinaria che, basandosi sulla tradizione italiana, si arricchisce di spunti ogni volta diversi, avendo sempre come fulcro essenziale la qualità della materia prima. L'incontro con l'architetto Mongiardino, avvenuto in quegli anni, segnò una svolta per un nuovo slancio creativo nella filosofia di Giacomo, unendo la visione della cucina alla cura dell'estetica del luogo che l'accoglie. È del 2009 il connubio tra la figlia di Giacomo, Tiziana (nella foto a destra insieme al padre in occcasione della presentazione del libro "Ricette di vita"), e il genero Marco Monti con lo Studio Peregalli, che portò all'apertura di altri ristoranti, dove Giacomo è sempre stato presente.
Il successo internazionale
Una foto dello chef Giacomo Bulleri insieme alla figlia Tiziana (Ansa)

Non era raro incontrarlo - ricordano oggi - intento a scambiare battute con Franca Sozzani, Mike Bongiorno, Michelle Obama, Woody Allen, Maradona, Morgan Freeman, Mick Jagger, Madonna, Rania di Giordania diventati ormai amici. Il carattere di Giacomo e la sua passione per la cucina, con una attenzione per ogni particolare, che lo portava a redarguire anche negli ultimi tempi i cuochi dei suoi locali, ha portato la sua filosofia a espandersi anche nella sua Toscana, con l'apertura, l'anno scorso, di un locale a Pietrasanta. La sua filosofia è stata consacrata da Elisabetta Sgarbi nel 2013 nel libro "Ricette di vita" e premiata con l'Ambrogino d'oro e l'insegna di Negozio Storico della Regione Lombardia.