Milano, 3 novembre 2019 - Sarà il primo giardino condiviso ‘tematico’, che avrà al centro l’ecologia. Con alberi che cattureranno l’inquinamento dell’aria e del sottosuolo. Ogni porzione verde sarà assegnata ad associazioni che non solo si prenderanno cura del luogo ma realizzeranno attività aperte a tutti i cittadini. Succederà in via Giambellino 129 dove si lavora per rigenerare uno spazio verde di 27mila metri quadri abbandonato da decenni: è il fazzoletto «a ferro di cavallo« di proprietà del Comune, a ridosso della parrocchia di Santo Curato d’Ars. Uno spazio su cui da anni i cittadini puntano il dito perché è bersaglio di intrusioni poco gradite e si riempie di immondizia.
«Non è decoroso per il quartiere, è un tasto dolente«, il tenore dei commenti raccolti ieri pomeriggio. Una parte del terreno, affacciata sulla strada, da 2 anni e mezzo è gestita da Retake Milano che ha generato il primo passo della rinascita prendendosi carico di un luogo rimasto inutilizzato per 50 anni e realizzando il primo nucleo del giardino condiviso. Ora si pensa a tutto il resto. E’ il progetto di Sviluppo urbano sostenibile del quartiere Lorenteggio, che da mesi coinvolge gli abitanti grazie a un piano di co-progettazione: l’ultimo incontro si è svolto al Milo Lab di via Giambellino 150 all’angolo con via Segneri la scorsa settimana, ed è stato il terzo laboratorio che ha unito gli abitanti della zona, desiderosi di lanciare proposte per ridare vita a questo pezzo di città abbandonato. Il progetto è realizzato con un fondo sociale europeo, il sostegno di Regione Lombardia, Aler e Comune di Milano. «La bonifica verrà realizzata a cura del Comune, proprietario dell’area nell’ambito del Piano Quartieri. Dopodiché si potrà partire con la progettazione definitiva e la realizzazione«, spiega Sergio Meazzi, vicepresidente del Municipio 6.
Cosa è stato stabilito finora? «Il progetto è ancora in fase di discussione, la co-progettazione non si è ancora conclusa. Le intenzioni ora sono quelle di trasformare una parte dell’area, quella in cui attualmente si trova la porzione che oggi è gestita da Retake Milano, in un parcheggio, mentre tutt’attorno si potrà sviluppare il ‘parco ecologico’ vero e proprio che sarà il cuore del progetto. Ovviamente Retake resterà, collocato altrove.