Casarile (Milano) 7 novembre 2024 - È di Gino Panariia il corpo senza vita trovato lungo l’Alzaia del Naviglio Pavese, all'altezza di Casarile, a circa cinque chilometri da Badile, frazione di Zibido San Giacomo. Dalla prima ispezione del medico legale "non sono emersi riscontri esterni che facciano presupporre ad una morte violenta", fanno sapere i carabinieri, ma "ulteriori accertamenti verranno eseguiti durante l'autopsia prevista per i prossimi giorni". Per accertare le cause del decesso servirà l'autopsia che sarà disposta nelle prossime ore dalla Procura di Pavia, competente territorialmente su Zibido San Giacomo dove il giovane è stato visto per l'ultima in vita.
L’allarme lanciato da un passante
A lanciare l'allarme è stato un passante che ha notato il cadavere galleggiare sulle acque, trascinato dalla corrente in direzione di Pavia. Immediato l’intervento dei vigili del fuoco del Distaccamento di via Darwin, che hanno recuperato il corpo, poi identificato dai carabinieri, giunti subito sul posto.
La scomparsa la notte di Halloween
Panaiia aveva 25 anni, viveva nel quartiere Barona di Milano ed era scomparso proprio da Zibido, la notte di Halloween, dopo essersi allontanato in motorino dal locale in cui aveva trascorso la serata insieme alla fidanzata e ad alcuni amici. Il pomeriggio successivo, 1 novembre, non avendo più sue notizie, il fratello Nicolò si era presentato alla caserma dei carabinieri di Binasco per denunciarne la scomparsa.
Le ricerche
In quel momento, erano scattate le ricerche del giovane – che avevano visto la perlustrazione in tutta la zona, in particolare tra le rogge del Naviglio Pavese – , ma ieri pomeriggio i vigili del fuoco, d'intesa con la Prefettura, avevano deciso di interrompere le attività di perlustrazione, in attesa di elementi in grado di indirizzarle in maniera più precisa.
L’ultima immagine delle telecamere
La sera di Halloween, il 31 ottobre scorso, Gino Panaiia aveva trascorso la serata con alcuni amici in un locale di Zibido, tra il Naviglio Pavese e il Parco del Ticino. Nel bistrot era entrato e uscito da solo (e le telecamera del posto lo avrebbe ripreso l’ultima volta mentre si allontanava in sella al suo scooter, in piena notte). E, stando alle testimonianze, era in preda ai fumi dell’alcol. Tanto che alcuni amici si sarebbero offerti di accompagnarlo a casa. Dopo essere montato in sella al suo Piaggio Liberty 125, visibilmente ubriaco e forse anche sotto effetto di stupefacenti, il giovane era caduto alla prima rotonda; tornato indietro, era ripartito nonostante un amico gli avesse consigliato a gran voce di non mettersi alla guida in quelle condizioni.
La telefonata
Panaiia aveva così imboccato un sentiero sterrato e fangoso che porta a Cascina Casiglio, scegliendo probabilmente una strada secondaria per dribblare eventuali controlli (non aveva la patente). All’1.33, aveva risposto alla telefonata allarmata della fidanzata dicendole che stava andando a Vigevano, meta ritenuta inverosimile dall’interlocutrice (che abita qualche centinaio di metri più in là). L’ultimo segnale del cellulare alle 2.22 e poi il silenzio.
Le tracce
Le ricerche nelle campagne di Zibido e lungo il Naviglio Pavese, avevano portato il ritrovamento del scooter Piaggio Liberty 125 grigio, il casco, il giubbotto e una scarpa. Tutti oggetti sparpagliati a metri di distanza l’uno dall’altro. Raccolto anche il suo portafoglio, che era sulla sponda del canale, ma niente telefonino.