Zibido San Giacomo (Milano) – Sono andate avanti tutto il giorno le ricerche di Gino Panaiia, il 25enne sparito la notte di Halloween a Zibido San Giacomo, nella cintura a sud di Milano. Ma dove sia finito è ancora un mistero. I vigili del fuoco hanno passato al setaccio il Naviglio e i campi attorno, dove sono stati trovati lo scooter Piaggio Liberty 125 grigio del ragazzo, il casco, il giubbotto e una scarpa. Tutti oggetti sparpagliati a metri di distanza l’uno dall’altro. Raccolto anche il suo portafoglio, che era sulla sponda del canale.
Le indagini dei carabinieri continuano anche con l’aiuto dei filmati delle telecamere di sorveglianza della zona. Al momento, però, non sono emersi frame significativi per risolvere il giallo. Quel che si sa è che il 25enne ha trascorso la serata tra giovedì e venerdì con alcuni amici in un locale di Zibido, tra il Naviglio Pavese e il Parco del Ticino. Che in quel locale è entrato e uscito da solo (e le telecamera del posto lo avrebbe ripreso l’ultima volta mentre si allontanava in sella al suo scooter, in piena notte).
E che stando alle testimonianze era in preda ai fumi dell’alcol. Tanto che alcuni amici si sarebbero offerti di accompagnarlo a casa. A Zibido, vive la sua fidanzata, che spesso Panaiia andava a trovare. Mentre la sua residenza è a Milano, nel quartiere Barona, dove vive anche la sua famiglia che è in apprensione da quattro giorni. Le ricerche sono scattate subito, con i vigili del fuoco al lavoro con droni ed elicottero. Domenica pomeriggio i pompieri hanno fatto pure svuotare una vasca di acqua e liquami. Ma del ragazzo non c’era traccia. Né c’erano altri oggetti o elementi a lui riconducibili in quella distesa di melma. E si continua a cercare anche nel Naviglio e dentro i fossi della zona.
A “parlare“ per lui, solo gli oggetti individuati tra sabato e domenica: lo scooter di Panaiia, che era ai margini di un campo, lungo una stradina che collega la campagna al Naviglio e alla provinciale 139. C’era il frontalino divelto ma nessun elemento che facesse pensare a un grosso incidente. Venti metri più in là, il suo casco bianco. Il giorno prima erano spuntati già iI suo giubbotto e una scarpa, una sola, che al momento è ritenuta essere sua, a 500 metri di distanza, lungo la strada che porta alla cascina Casiglio.
Il giubbotto, apprendiamo, non era stato indossato dal giovane ma lo teneva appoggiato sulle gambe per proteggersi dal freddo mentre si spostava sullo scooter. Ancora: domenica mattina è stato trovato il suo portafoglio ma non il telefonino. Sugli oggetti non ci sarebbero tracce di sangue né altro che faccia pensare a una eventuale aggressione. Al momento, peraltro, sarebbe da escludere anche una lite con qualcuno (fatto emerso domenica), perché gli investigatori non hanno trovato riscontri che possano confermarlo.
Verosimile che il giovane si sia allontanato proseguendo lungo quella stradina ai margini dei campi, perché non aveva la patente e preferiva spostarsi con lo scooter in punti lontani dal traffico. Che abbia perso il controllo della dueruote? Che sia stato “disturbato“ da qualcuno o aggredito? Che abbia cercato di scappare? Ma non si spiega la sua sparizione nel nulla. Amici e conoscenti escludono un eventuale suicidio, perché, hanno sottolineato alcuni di loro, il ragazzo non aveva mai dato segni di depressione. Né aveva problemi di qualche genere, di salute o affettivi. Su Facebook, le foto con gli amici di sempre, al quartiere Barona. Con i palazzoni popolari sullo sfondo. La famiglia si è rivolta da giorni all’associazione Penelope Lombardia che ha lanciato un appello per ritrovarlo sui suoi canali social.