
L’avvocato Cataliotti: "Conosciamo le accuse, am non le prove a supporto"
Milano – Lei e lui, Stefania Nobile e Davide Lacerenza i due dominus della Gintoneria, sono arrivati puntuali al settimo piano di palazzo di giustizia. Lei, la Nobile, per prima, in abiti sportivi interamente griffati Louis Vuitton, cappellino in testa e rossetto visto. É arrivata scortata da Liborio Cataliotti, suo storico avvocato, è entrata nell’ufficio della gip Alessandro Di Fazio, il tempo giusto a declinare le sue generalità, poi si è avvalsa della facoltà di non rispondere ed è uscita per tornare ai domiciliari. Poco dopo è giunto Davide Lacerenza, anche lui in abiti sportivi, tuta nera con scritto il suo nome. Anche lui ha scelto il silenzio.
Per loro, a margine, ha parlato l’avvocato. "Noi abbiamo la massima fiducia e il massimo rispetto per questa indagine nei confronti dei pm e nei confronti delle forze di polizia (la Guardia di finanza) e finchè ci sarò io a difendere garantisco che quanto mi verrà concesso dai miei clienti al fine di collaborazione in questa indagine verrà fatto". Il legale Cataliotti ha poi aggiunto: "Non è ancora il momento di rispondere perché conosciamo l’entità delle accuse, ma non gli atti che le supportano", ha aggiunto il penalista. Nobile, figlia di Wanna Marchi, è considerata dagli inquirenti l’amministratrice di fatto del locale di via Napo Torriani, la nota Gintoneria dove, secondo l’accusa, venivano venduti pacchetti di cocaina e offerte prestazioni sessuali a pagamento.
Lacerenza, imprenditore ed ex compagno della donna, è ritenuto il gestore del club e del privé "La Malmaison". Entrambi sono accusati di autoriciclaggio, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione, nonché di detenzione e spaccio di droga.
Le indagini, coordinate dalla pm Francesca Crupi con la Guardia di Finanza, sono partite dall’analisi di segnalazioni per operazioni sospette legate a ipotesi di riciclaggio. Un anno e mezzo di indagini, almeno una cinquantina di immagini che testimoniano quanto succedeva all’interno del locale. Nell’ordinanza di custodia cautelare, a carico dei due, e del presunto factotum, erano già riportate le testimonianze di una delle prostitute, che aveva descritto anche l’accordo che c’era tra Lacerenza e le ragazze (lui chiedeva pure che avessero rapporti con lui, definendolo un test).
Negli ultimi giorni, prima degli interrogatori di oggi, gli investigatori hanno raccolto nuovi verbali delle giovani che avrebbero lavorato per Lacerenza e Nobile nel giro di prostituzione, confermando, in sostanza, tutti gli elementi già emersi. Tra cui l’uso di quel privé La Malmaison e quel "pacchetto" fatto di bottiglie di pregio, cocaina ed escort, con un servizio di "delivery" anche a casa per i clienti più facoltosi.