ANNAMARIA LAZZARI
Cronaca

A Milano l'ospedale delle bambole: coppia restaura e vende giocattoli d'epoca / VIDEO

E' tra i pochissimi esistenti in tutta Italia

Elfriede Bühler condivide con il marito Giorgio Crippa la passione per giocattoli antichi

Milano, 6 luglio 2019 - Il regno dei giocattoli d’antiquariato. Dove ciascun pezzo ha almeno 50 anni di età: «L’elettronica? È il diavolo…» dice Giorgio Crippa, 73 anni e titolare con la moglie Elfriede Bühler di Ricordi&Balocchi. Aperto dal 1998, è un negozio, in via Donizetti 2, dove non solo è possibile acquistare bambole, trenini, pupazzi del passato. Nel laboratorio sul retro c’è anche «l’ospedale della bambola», tra i pochissimi in Italia. Bühler, 69 anni, di origini svizzere, ripara e restaura esemplari d’epoca, come le famose Lenci di Torino, anche del valore di migliaia di euro. Ex insegnante di scuola d’infanzia, ha iniziato creando giocattoli per i suoi piccoli alunni. Oggi, come restauratrice, è un’autorità, ha i clienti in tutta Europa. Una riparazione può costare da 50 euro per una legatura ma il prezzo sale decisamente se il restyling è completo. Da qualche tempo sta lavorando su una bambola degli anni ‘40 con la testa in cartapesta e il corpo in composizione: «Quando è giunta nel laboratorio era priva di occhi e con la testa staccata. Per fortuna ho trovato un altro paio di occhi azzurri in casa. Bisogna riposizionarli con precisione millimetrica, perché siano in grado di muoversi». Poi dovrà stuccare la testa per collegarla al resto del corpo: «Non si usa la colla, il viso è collegato alle gambe dall’interno con degli elastici. Restaurare significa rispettare la sua esistenza vissuta. Non deve essere come una bambola nuova».

Crippa invece è un artista. Negli anni ’80 aveva un ditta di giochi didattici, poi si era cimentato a realizzare plastici per studi di architettura, il negozio è la sua terza vita, il suo «rifugio». Si occupa di acquisto, vendita, «solo di giocattoli realizzati fino agli anni ’60». Ci mostra orgoglioso una bambola italiana del ‘700 con testa in terracotta: «Non ha le gambe perché è un manichino con un’articolazione in legno: il gioco per le bambine era vestire e rivestirlo». Vale parecchie migliaia di euro. Elogia la perfezione dei trenini in latta, a molla ed elettrici, dipinti a mano o serigrafati: «Il pezzo più antico è della fine dell’Ottocento, la maggior parte sono stati realizzati in Germania, dove il giocattolo di latta è nato. Perfetti da un punto di vista tecnico ma quelli italiani, realizzati nel Dopoguerra, sono gioielli di fantasia e originalità». Lui stesso è un grandissimo collezionista di giocattoli: «Ma c’è chi mi batte. Un mio amico ha comprato una casa solo per ospitare la sua collezione. C’è una stanza per le bambole, un’altra per le macchinine, per i trenini…».