SIMONA BALLATORE
Cronaca

Giorgio Sansone e la maturità in lingua dei segni: "Il diploma è una conquista"

In famiglia sono tutti sordi. Si è trasferito a Milano per la scuola, studia servizi commerciali all’istituto Bertarelli-Ferraris

Giorgio Sansone

Milano – Domani cominciano gli orali: ultimo step della maturità 2023. E tra i primissimi a rompere il ghiaccio ci sarà Giorgio Sansone, 19 anni. Studia Servizi commerciali all’istituto Bertarelli-Ferraris, è approdato a Milano con la sua famiglia anche per la scuola.

"A casa siamo tutti sordi, solo il nostro cane è udente", spiega, lasciandosi alle spalle il portone dell’istituto di Porta Romana insieme all’interprete Rachele, al suo fianco anche durante gli esami di Stato con la lingua dei segni. "Io sono nato in Sicilia, sono cresciuto a Marsala - racconta - poi ho cominciato le superiori a Roma. Ci sono stato solo per il primo anno, ma non mi trovavo molto bene. Era una scuola per persone sorde, mentre prima avevo sempre frequentato scuole pubbliche". Cogliendo anche un’occasione di lavoro per mamma e papà, hanno virato tutti su Milano. Ho trovato un ambiente completo, con la disponibilità di un supporto durante tutto l’orario scolastico - sottolinea -, la comunicazione con i compagni è stata fluida".

Archiviati gli scritti, torna a studiare per l’orale. "Sono stanco ma soddisfatto. Ho usato tutte le ore a disposizione per Economia aziendale. Ho scelto il commerciale perché mi piace tantissimo la matematica, mi dà motivazione lavorare con i numeri". Giorgio è stato tra i pochi coraggiosi a scrivere di maturità durante la maturità: "Ho scelto il testo sull’esame di Stato, con la lettera aperta che era stata inviata all’allora ministro - conferma -. Era la traccia che faceva per me. Perché mio fratello ha affrontato gli esami prima di me, durante la pandemia: stesso indirizzo. E ho voluto aggiungere questa mia esperienza personale". Non dimentica le difficoltà che ha vissuto pure lui con la didattica a distanza, tra connessioni ballerine, problemi di comunicazione "e il sentirsi solo tra quattro mura, senza i compagni".

"Non è tutto come prima - spiega -. Con la pandemia qualcosa è cambiato: anche agli sportelli degli psicologi dicono che la paura sia un po’ aumentata, e credo sia normale dopo la situazione vissuta". Si cerca di voltare pagina, lo si fa pure con gli scritti e il ritorno alla “vecchia“ maturità: "Ho dovuto lottare per arrivare fin qui", sorride ringraziando le insegnanti di sostegno e le assistenti della comunicazione. "C’è più attenzione e sensibilità nelle scuole rispetto al passato - continua - ma mi piacerebbe che tutti gli udenti in qualche modo potessero entrare in contatto con una persona sorda, fare in modo che le scuole possano conoscere la lingua dei segni, anche a un livello base, per permettere più inclusione". Si guarda al futuro: "Mi piacerebbe andare all’università e sogno di lavorare sempre nell’ambito commerciale della contabilità, ma potrei cambiare idea. Prima concentriamoci sulla maturità".