GABRIELE MORONI
Cronaca

Addio al maestro Giorgio Vecchiato, una vita dedicata al giornalismo: "Esempio di equilibrio ed eleganza"

Morto a 98 anni il cronista politico e critico televisivo: negli anni Settanta fu anche vicedirettore de “Il Giorno“. Il ricordo della moglie: "Durante il terrorismo ero sempre in ansia. Lo aspettavo affacciata alla finestra"

Giorgio Vecchiato è morto nella sua casa di Roma pochi giorni prima di compiere 99 anni. Il primo marzo del 1976 fu nominato vicedirettore de Il Giorno

Giorgio Vecchiato è morto nella sua casa di Roma pochi giorni prima di compiere 99 anni. Il primo marzo del 1976 fu nominato vicedirettore de Il Giorno

Milano – Un vita per il giornalismo. Il giornalismo nella vita. Quella di Giorgio Vecchiato, scomparso a Roma poco prima di compiere 99 anni, è una storia che per lunghi tratti scorre in parallelo con quella de Il Giorno. Cresce come cronista a Il Popolo di Milano e poi di Roma. Giornalista professionista a 22 anni, diventa capo della redazione de Il Giornale del Mattino . Inviato speciale e corrispondente dalla Germania e dalla Francia, nel 1963 vince il Premio Marzotto per i commenti di politica estera. Il 6 gennaio del ‘64 firma per la prima volta la Gazzetta del Popolo : a 38 anni è il più giovane direttore di un quotidiano. Rimane alla guida del giornale torinese per oltre dieci anni, fino al luglio del ‘74. Gaetano Afeltra lo chiama a Il Giorno . È l’1 marzo del 1976.

Quell’anno riserva a Vecchiato un altro incontro della vita: il giorno dell’Epifania conosce Maria Luisa Gramazio, che diventerà sua moglie e inseparabile compagna. Sono prossimi gli anni terribili del terrorismo. "Vivevo - ricorda Maria Luisa - le mie giornate in uno stato di ansia totale. Affacciata alla finestra, aspettavo di vedere comparire la sua auto. Allora mi precipitavo ad aprire il portone. ’Se proprio devono sparare, pensavo, che sparino a me’. Un giorno la portiera è salita con un pacchetto per Giorgio. Non mi sono fidata, ho pensato a un ordigno e ho fatto intervenire gli artificieri che lo hanno aperto con mille precauzioni: era una radio sveglia, regalo di Ugo Zatterin a Giorgio per aver partecipato a sue trasmissioni".

Oltre a proseguire nell’attività di notista politico, Vecchiato è anche critico televisivo per Il Giorno e per Famiglia Cristiana . Ama definirsi "giornalista della carta stampata" (e lo è, nel profondo), ma collabora con la Rai per trasmissioni radiofoniche (la popolarissima “Chiamate Roma 3131“) e televisive (“Bella senz’anima“). Settant’anni di giornalismo, pieno, totale. La passione per il biliardo, dove eccelle da campione. I libri. Nel 2005 Marsilio pubblica “Con romana volontà“, un sottotitolo “Quando eravamo una maschia gioventù“, tratto da uno degli inni cantati dai giovani cresciuti sotto il fascismo. Nel 2016 esce da Ets "C’era una volta il giornalismo. Memorie di settant’anni", denso di ricordi, ritratti, riflessioni. Scrive Gaetano Afeltra a Vecchiato pochi giorni dopo avere lasciato la direzione de “Il Giorno“ ( lettera nel tondo ): "Per la stima che ti sei meritato solo in virtù del tuo equilibrio, ti ringrazio con affettuosa ammirazione di collega e di ex direttore, senza non manifestare il mio apprezzamento per la prontezza con cui hai sempre dato al giornale tutto quel ‘più’ che ti si chiedeva e non ti competeva, ma che hai dato - secondo le occasioni - con eleganza di cronista e bravura di scrittura".