Milano, 9 ottobre 2024 – Oggi è la giornata nazionale “Sfratti Zero” e a Milano i comitati degli inquilini “festeggiano” con due presidi antisfratto a tutela di persone in situazione di grave fragilità sociale. Ad annunciarlo è l'Unione Inquilini, che è fra le realtà che si sta mobilitando in queste ore. A Milano – viene denunciato – la situazione dell'emergenza abitativa “è particolarmente allarmante e da parte del Comune nella stragrande maggioranza dei casi non giungono risposte considerate adeguate neppure nei casi più gravi (famiglie con minori, anziani, invalidi e malati, spesso abbandonati a sé stessi o che ricevono risposte di breve periodo e inadeguate alle necessità)”. Le due iniziative di presidio antisfratto per situazioni “tanto estreme quanto emblematiche” riguardano “lo sfratto di un ottantenne, invalido e con gravi problemi di salute, previsto in via Della Pila 57, a Niguarda, e uno sfratto in un alloggio Aler di via Quarti 28 a Baggio. In questo caso gli sfrattati sono una famiglia di profughi palestinesi con due minori invalidi, ritenuta senza titolo perché in subaffitto e per la quale l'attuale normativa impedisce qualsiasi regolarizzazione a parte l'accesso alle cosiddette Rst (Residenze sociali temporanee).
“Chiediamo risposte alle istituzioni"
L'Unione Inquilini, e le altre realtà presenti, chiedono con forza anche oggi il rinvio degli sfratti “nella prospettiva del reperimento di soluzioni alternative dignitose e che le istituzioni nazionali e locali si attivino concretamente per porre un argine all'emergenza abitativa che interessa strati sempre più ampi della popolazione, partendo dal pieno e immediato utilizzo dei sedicimila alloggi vuoti di proprietà di Aler e Comune di Milano e di quelli di enti a controllo pubblico come il Pat (300 alloggi vuoti) e Ats Milano (circa cento alloggi vuoti)”. Che Milano e la Lombardia siano maglia nera per il numero di sfratti non è cosa nuova, ma i dati appena resi noti dal Ministero dell’Interno – se mai ce ne fosse bisogno – lo hanno di nuovo confermato.
Peggio di Milano solo Roma e Torino
Nella regione e nell’area metropolitana milanese sono coinvolti lavoratori che ricevono in media come stipendio dai 1.000 ai 1.400 euro al mese. L’anno scorso gli sfratti complessivi in Lombardia sono stati 6.931: 5.751 per morosità, 1.175 per finita locazione e solo 5 per necessità del padrone di casa. Una crescita percentuale del 13,7 rispetto all’anno precedente. Gli sfratti eseguiti si sono fermati a circa la metà, e sono stati pari a 3.391. A Milano si sono registrati un totale di 2.178 sfratti, di cui 1.687 per morosità e 491 per finita locazione. Solo Roma e Torino registrano numeri peggiori della capitale lombarda. Nella città laziale ci sono stati 5.081 sfratti, in crescita del 21%; nel capoluogo piemontese 2.362 in calo tuttavia del 4,8%. Nella classifica lombarda dopo Milano seguono Bergamo con 767 sfratti (+102,3%), Brescia con 721 (+11,7% rispetto al 2022) e Monza con 717 (+71,5% dal 2022 al 2023).
Sala: il problema abitativo è una nostra priorità
“È evidente che abbiamo una morosità molto elevata anche nelle nostre case di edilizia popolare – è la risposta del sindaco di Milano Sala –, ed è un problema da affrontare perché da un lato c’è il diritto dei proprietari di casa, anche del Comune; dall'altro lato ci sono le esigenze a volte drammatiche di chi non riesce a pagare l'affitto. È un tema, per questo andremo avanti col nostro progetto e penso che fra non molto saremo in grado di annunciare un piano casa abbastanza significativo". Il primo cittadino milanese, venerdì 11 ottobre, incontrerà i rettori degli atenei per affrontare l'altro problema legato all'abitare, quello del caro affitti e del bisogno di alloggi per studenti.
"Sì li incontriamo – ha confermato –. Ovviamente dev’essere una mutua collaborazione, chiederò alle università di partecipare a questo progetto sapendo che non lo si risolve in tempi brevi. Ma di fronte a una progettualità di lungo termine è chiaro che cambia molto. Chiederò una mano ma offriremo il nostro aiuto, abbiamo ancora tanti spazi da rigenerare e vediamo se possiamo trovare la possibilità di edificare nuovi studentati”.