
Giovanna Greco con il fratello Giuseppe, scomparso nel 2012 a soli 28 anni
Nell’agosto del 2014, a due anni dalla perdita del fratello Giuseppe, aveva inviato una lettera a Papa Francesco, per raccontargli la storia di quel ragazzo, scomparso a soli 28 anni, che da bambino era stato capace di parole toccanti per poveri e malati, anziani e disabili, carcerati e orfani, contro armi e droga, mafia e violenza: frasi scritte in un tema recuperato dalla sua maestra, che ancora lo custodiva, nel giorno dell’addio.
Giovanna Greco, la sorella maggiore, quel tema, “Se io fossi il mago di Natale”, lo aveva stampato e distribuito ad amici e parenti: settemila copie, finite in un baleno. Poi lo aveva pubblicato sui social, in modo che girasse il mondo: dalla Sicilia al Nord Italia, dal Sud America alla Spagna. E lo aveva spedito in Vaticano. Prima a Papa Ratzinger, che le aveva fatto scrivere dal segretario di Stato. Poi a Francesco, sperando che le rispondesse "nel suo modo affettuoso".
Ci sono voluti nove anni, e tante altre lettere, ma quella risposta finalmente è arrivata: "L’altra sera sono tornata a casa dal lavoro, ho visto una busta sulla fotografia di Giuseppe: l’aveva messa lì mio marito, ma non ci avevo fatto caso. Poi mio figlio Simone mi ha avvertito: “Il Papa ti ha risposto!“. Non ci credevo".
Al silenzio di quella prima missiva, non si era rassegnata: "In tutto questo tempo, mi è capitato di riprendere in mano la lettera che avevo scritto al pc: la stampavo, cambiavo a mano le date, la aggiornavo e la spedivo con una raccomandata". Scusandosi "per l’insistenza". Niente.
"Sono andata a Monza, quando lui era venuto: ero in prima fila, per ore, ma mi sono spostata un attimo, proprio mentre passava". Poi la figlia Graziana è andata in udienza a Roma con l’oratorio: non c’è stata l’occasione.
"L’11 febbraio, la giornata degli ammalati, l’ho rispedita con ricevuta di ritorno. Il Papa ha detto di pregare per loro, anche Giuseppe ne aveva avuto bisogno. Mi ha guidata lui: è sempre con noi, ci ispira con le sue parole".
In questi nove anni, Giovanna si è data da fare: ha ripreso gli studi, 11 esami in due anni e mezzo, "con l’aiuto dei miei figli", ed è diventata operatrice socio-sanitaria. "Ho lavorato con anziani malati di Azheimer e ora in una scuola con i bambini speciali: non credevo di esserne capace, ti toccano il cuore. Ma sento una forza interiore, che non è mia: è quella di Giuseppe".