Milano – Ha iniziato il 20 luglio 2022 raccontando piccole (grandi) storie di campagna. Oggi, un anno e mezzo dopo, Giovanni Storti ha circa 1 milione di follower su Instagram, ha appena lanciato Immedia, una piattaforma dedicata ai temi della sostenibilità che ha in pochi giorni ha già raccolto oltre 12mila iscrizioni, ma soprattutto è diventato il portavoce di una moltitudine di persone che ritengono quella per l’ambiente la battaglia più importante. Tanto che qualcuno inizia a “tirarlo per la giacchetta” per organizzare un vero movimento e, chissà, magari fare un pensiero alla politica. “In tanti ci stanno provando – dice l’attore – ma la politica proprio non fa per me. Ci sarebbero troppi compromessi, non sarei più libero di dire quelle voglio e di portare avanti le mie battaglie”.
Niente politica quindi, ma come ci si sente da leader ambientalista?
“Non esageriamo, quello che faccio è solo cercare di dare un po’ di consapevolezza alle persone. Spesso non ci si rende conto di quanto possono essere dannose le nostre azioni. Non ci rendiamo contro di come stiamo buttando via la natura e quindi di come stiamo buttando via noi stessi”.
Tutto questo seguito diventerà qualcosa di più organizzato?
"Lo è già diventato. Abbiamo appena lanciato la piattaforma Immedia, alla quale collaborano personalità importanti e certamente più serie di me come Stefano Mancuso, Mario Tozzi, Luca Mercalli. Ci occuperemo di temi legati alla sostenibilità e a un rapporto non distruttivo con la natura, cercando di coinvolgere tutti, i cittadini ma anche le imprese e le istituzioni, in progetti concreti”.
Quanto è difficile per un comico farsi prendere sul serio?
“Molto, ma a me - chissà perché - su questi argomenti mi prendono sul serio. Sarà perché quando ne parlo sono io, senza filtri. Sarà per il modo semplice in cui mi presento e in cui racconto cose molto specifiche e mirate. E che dimostro come anche piccoli gesti possono essere utili a ridurre il nostro impatto sul pianeta. Sarà anche perché su questi temi c’è fame di un’informazione diversa, meno ingessata”.
Lei abita a Milano, come ci vive?
“Male, come tutti. Ho la fortuna di starci metà della settimana. Ma ho comunque la consapevolezza di quanto l’aria sia pessima, di quanto la città sia soffocata dalle auto, di quanto degrado e menefreghismo per il verde ci sia. È una città perduta, in mano ai costruttori, in cui il cemento vince sempre”.
Non vede quindi una svolta green della città?
“No. Assolutamente. E naturalmente non è solo la città, tanta responsabilità ce l’ha la Regione. Non siamo neanche riusciti ad aggiudicarci i soldi messi a disposizione dall’Europa per piantare nuovi alberi perché in tutta l’area della Città Metropolitana non abbiamo trovato tre ettari disponibili: una follia. Sull’ambiente vedo solo operazioni pubblicitarie, di facciata. La realtà che si vive in città è tutt’altra”.
Come le ormai celebri “capitozzature” degli alberi contro le quali si è scagliato in uno dei suoi video...
"Quelle sono un ottimo esempio. Possono fare tutti i proclami che vogliono, poi però se affidi la potatura a qualcuno che voleva fare il parrucchiere e gli fai tagliare tutto in quel modo i proclami ambientali vanno farsi benedire. Fortunatamente so che questa vicenda ha creato più di qualche grattacapo in comune. Resta comunque il fatto che quegli alberi, che erano così belli e facevano una bella ombra, ridotti in quel modo dureranno poco”.
Neanche le piste ciclabili realizzate in questi anni la convincono?
“Su quelle, meno male, qualcosa è stato fatto. Certo c’è ancora tanto da lavorare, andare in bici in città è sempre un rischio: ogni volta che si pedala c’è sempre una discussione, un episodio, un pericolo da schivare. Se non altro però sono stati fatti dei buoni tentativi, anche andando contro gli interessi di quelli che sostengono che la macchina è un diritto, che senza macchina non si può stare. La verità è che la macchina in città è vizio, e come tale va trattato. E limitato. Ogni giorno ci sono 700mila auto che entrano in città, un’enormità”.
Cosa manca alla politica per affrontare in maniera efficace il tema dell’ambiente?
"La visione del futuro. Pensa solo all’oggi, all’immediato. L’uomo ha perso la capacità di pensare a quello che verrà dopo, alla terra che lasceremo ai nostri figli, ai nostri nipoti. Serve un cambiamento radicale, serve un politico coraggioso, che non si limiti a seguire il flusso, ma che vada controcorrente. Se si segue il flusso non si va da nessuna parte. Nel nostro piccolo, anche il trio non sarebbe andato da nessuna parte: ci dicevano lasciate perdere la tv, non siete capaci. Il cinema? Non ci provate. Beh, noi ci abbiamo provato. E qualcosa abbiamo combinato, mi sembra”.