Milano, 7 dicembre 2023 – “Per noi sicuramente questa è una grande soddisfazione, è la cosa più importante che è successa dopo la perdita di Giulia. Abbiamo già ringraziato il Comune di Milano. È una grande soddisfazione perché è un messaggio anche per tutte quelle persone che vengono dal sud con la speranza di realizzarsi. A Giulia purtroppo non è stato permesso". Parla per la prima volta, Franco Tramontano, papà di Giulia la 29enne, al settimo mese di gravidanza, uccisa lo scorso 27 maggio dal fidanzato Alessandro Impagnatiello, reo confesso, nel loro appartamento di Senago. Lo ha arrivando al teatro dal Verme di Milano per ritirare l'Ambrogino d'oro alla memoria assegnato dal Comune a sua figlia, ennesima vittima di femminicidio in Italia nel 2023.
La famiglia Tramontano vive a Sant'Antimo, in provincia di Napoli, in questi giorni ha raggiunto il capoluogo lombardo per ritirare la massima massima onorificenza concessa dal Comune in occasione del patrono di Sant'Ambrogio. C'erano il papà, la mamma Loredana Femiano, la sorella Chiara e uno zio. "Noi ringraziamo il Comune per l'onore, solo questo vogliamo dire. Se Giulia potesse essere qui sarebbe fiera di lei e di quello che ha fatto", ha commentato la sorella. Sul palco a ritirare l'Ambrogino d'Oro sono saliti papà Franco e mamma Loredana.
Papà e mamma
Visibilmente commossi. Si tengono per mano. Proprio come hanno fatto in tutti questi mesi dopo la tragedia. Prima l'abbraccio dal sindaco Giuseppe Sala e dalla presidente del consiglio comunale, Elena Buscemi. Poi un lungo e caloroso applauso pubblico del teatro Dal Verme, si alza in piedi, uno slancio spontaneo di affetto, che li fa sentire meno soli, mentre viene letta la motivazione. "Milano diventa la sua nuova casa quando decide di trasferirsi qui per realizzarsi in autonomia nella vita e nel lavoro - si legge nella motivazione - Allontanarsi dalla terra d'origine e dagli affetti per trovare la propria strada é una scelta forte e racconta tutta la determinazione di una donna dall'attitudine sempre dolce e gentile. La sua giovanissima vita, piena di speranza e ambizioni, viene stroncata da una violenza efferata e ripugnante che uccide anche Thiago, il bambino che porta in grembo".
“Conservare il suo ricordo, onorare la sua storia, raccontare la tragedia che ne ha spezzato i sogni sono il modo per rifiutare la violenza e i soprusi contro le donne, in ogni forma e manifestazione. Un monito per tutti e tutte a rinnovare l'impegno culturale e sociale nella prevenzione e a lavorare congiuntamente per il sostegno delle vittime. Perché non sia mai più troppo tardi". Ieri la famiglia di Giulia ha incontrato privatamente i sindaci di Milano e Senago, Magda Beretta.