Milano – “Quello l’ho preso perché a Milano ci sono delle pantegane grosse così”. Così Alessandro Impagnatiello, reo confesso per l’omicidio della fidanzata Giulia Tramontano, risponde a un carabiniere che gli chiede conto del veleno per topi trovato nel suo zaino durante la perquisizione nella sua casa di Senago il 28 maggio 2023. Il veleno invece, secondo quanto ricostruito dalle indagini, sarebbe stato utilizzato dall’ex barman per avvelenare Giulia per mesi con l’obiettivo di farla abortire. Il particolare emerge dal video della perquisizione mandato in onda dalla trasmissione di Raidue “Ore 14”.
La perquisizione
Il video è stato girato da un carabiniere presente nella casa dove si è consumato il delitto durante la perquisizione avvenuta il giorno in cui Impagnatiello presentò denuncia di scomparsa della fidanzata, che in realtà – hanno stabilito gli investigatori – a quella data era già morta in seguito alle 37 coltellate sferrate dall’uomo la sera del 27 maggio.
Le canne post lavoro
Nel breve filmato si vede un carabiniere estrarre vari oggetti dallo zaino di Impagnatiello, chiedendo spiegazioni all’ex barman: vengono trovati vestiti, indumenti sporchi, guanti in lattice blu e poi una busta con dentro un tubetto. Alla richiesta del carabinieri l’omicida spiega: “Quello è veleno per topi. Perché quando ci fumiamo le canne post lavoro sui gradoni di piazza Croce Rossa ci sono dei panteganoni così grossi. E quindi abbiamo buttato un po’ di veleno”.