ANNA GIORGI
Cronaca

Giulia Tramontano, reperti inviati ai Ris. Topicida, ustioni e il nodo del feto: era iniziato il travaglio?

Test tossicologico ed esami scientifici saranno decisivi nell’inchiesta L’obiettivo è ricostruire la dinamica e valutare le aggravanti

Milano – Buona parte delle prove e dei reperti raccolti nella casa dell’orrore, quella in cui Giulia Tramontano è stata uccisa dal convivente e padre di suo figlio Thiago, Alessandro Impagnatiello, saranno inviati al Ris per una relazione più completa e anche per avere un risultato in tempi più veloci. Il materiale è tantissimo e gli specialisti di Parma ci lavoreranno con l’ausilio del reparto di investigazioni scientifiche interne ai carabinieri. Così ha deciso la Procura.

Le due sorelle Tramontano, Chiara e Giulia, in una foto da bambine
Le due sorelle Tramontano, Chiara e Giulia, in una foto da bambine

Il nodo aggravanti

La relazione finale dei carabinieri si aggiungerà al fascicolo aperto sulla morte di Giulia e sarà determinante, insieme all’esito dell’esame tossicologico, per avere un quadro chiaro di come si è svolta la dinamica dell’omicidio. Si tratta di un caso chiuso, ci sono due morti, Giulia e Thiago, e c’è un assassino già in carcere.

Ma ci sarà un processo in Assise che, per la definizione della pena, si giocherà sulle aggravanti. Per questo è determinante ricostruire il racconto di quelle ore aldilà di quanto ha detto l’inaffidabile Impagnatiello.

La questione topicida

Il tossicologico dirà se Giulia aveva involontariamente assunto, in piccole dosi, veleno per topi somministrato dal fidanzato che pensava così di uccidere il feto e liberarsi da quello che lui riteneva il vero ostacolo alla sua libertà: il bambino, perché Giulia lo aveva già lasciato. L’indagine, anche attraverso l’analisi sugli oggetti repertati, ricostruirà "il prima e il dopo" l’omicidio, per nulla chiariti nella confessione del fidanzato , che ha messo in fila, così come nella vita parallela che portava avanti con un’altra donna, solo una serie di bugie.

Tutte le contraddizioni

Ha detto di averla uccisa "senza un motivo" e "senza rabbia", ma l’autopsia ha evidenziato un accanimento, almeno 37 le coltellate inferte con violenza, di cui la prima letale alla carotide, che le ha poi impedito di urlare. Ha messo a verbale di aver buttato il telefono di lei "in un tombino", ma non è stato mai trovato. Quelle ustioni, poi, così estese sul corpo, hanno reso impossibile ai medici datare la morte, e sono un ulteriore elemento che ora gli inquirenti proveranno ad analizzare per avere risposte sul momento del decesso. Un’altra risposta attesa è quella sulle ore di vita del feto.

Travaglio iniziato?

"Non sappiamo se sotto lo stress dell’azione omicidiaria ci possa essere stato un impulso di incremento dell’ossitocina. Se fosse iniziato il travaglio ci sarebbe una mutazione del capo di imputazione", ha spiegato bene l’avvocato della famiglia Tramontano, Giovanni Cacciapuoti. Proprio ieri la sorella di Giulia, Chiara, ha scritto una lettera affidata ai social: "Solo il dolore della tua perdita mi fa sentire che il mio cuore batte ancora. E che agonia. Sapere di essere rimasti qui senza te e Thiago, ergastolani del tempo e del dolore".