
Giovanni Oggioni, ex dirigente comunale finito agli arresti domiciliari per corruzione
Milano, 6 marzo 2025 – Un dirigente comunale di lungo corso, ciellino doc, considerato «serio» e «affidabile» da chi ci ha lavorato a fianco in Comune. Almeno fino a ieri mattina, quando Giovanni Oggioni, 73 anni, in pensione dal 2021, è finito agli arresti domiciliari nell’ambito delle inchieste della magistratura sull’urbanistica milanese.
L’accusa formulata dal Giudice per le indagini preliminari ai sui danni è di depistaggio. Nei mesi scorsi, infatti, Oggioni ha subito il sequestro di telefoni e computer, aveva consegnato ai magistrati le password con cui leggere quanto scritto nei suoi dispositivi ma nel frattempo ha provato a cambiare le stesse password collegandosi al suo cloud informatico e ha provveduto a cancellare tutti i messaggi contenuti negli stessi dispositivi posti sotto sequestro.
La collocazione politica di Oggioni non era un mistero a Palazzo Marino. Gli addetti ai lavori sapevano bene che il dirigente era vicino a Comunione e Liberazione, un posizionamento che peraltro emerge chiaramente anche nelle intercettazioni telefoniche in cui l’ex dirigente comunale parla con l’attuale assessore alla Casa, ciellino anche lui, Guido Bardelli (ma le intercettazioni che si riferiscono a un periodo precedente alla nomina dell’avvocato nell’esecutivo di Palazzo Marino guidato dal sindaco Sala) e con un altro ex componente della Commissione Paesaggio del Comune, l’architetto Emilio Mario Cerri, per il quale il Gip ha chiesto una misura interdittiva.
La carriera
Ma torniamo alla carriera di Oggioni. Laureato in Architettura al Politecnico di Milano con una votazione di 99/100 grazie a una tesi sul recupero dei centri storici minori, è entrato in Comune, per concorso, nel 1986, ed è stato subito destinato all’Ufficio tecnico. In seguito ha ricoperto incarichi di grande responsabilità nell’ambito dell’urbanistica municipale: nel 1998 è stato nominato direttore di progetto della Pianificazione strategica, poi, dal 2000 al 2002, numero uno dell’Urban Center in Galleria Vittorio Emanuele II. Dal 2004 in poi, invece, è stato direttore del settore Pianificazione urbanistica generale. Fino all’addio a Palazzo Marino, per cinque anni.
In Esselunga
Oggioni si è dimesso nel 2012, dopo pochi mesi dall’inizio dell’amministrazione Pisapia, per fare un’esperienza lavorativa in un’azienda privata della grande distribuzione, Esselunga, per poi rientrare in Comune cinque anni dopo, nel 2017, quando alla guida dell’amministrazione, dalla primavera del 2016, si era insediato l’attuale sindaco Giuseppe Sala, nel cui staff c’erano già alcuni dirigenti vicini a Cl.
E la carriera di Oggioni a Palazzo Marino è andata avanti. Nel 2019 è stato nominato vicedirettore della Direzione Urbanistica del Comune, e, ancora, è stato direttore dello Sportello Unico Edilizia (Sue) e componente della Commissione Paesaggio, nonché, fuori dall’ambito comunale, è stato eletto nel consiglio di amministrazione dell’Ordine degli Architetti. Fino al pensionamento datato 2021, che però non ha coinciso con un addio definitivo alle attività all’interno dell’amministrazione comunale.
Le intercettazioni
A quanto si apprende, Oggioni aveva ricevuto un incarico, a titolo gratuito, come consulente alla Casa dell’assessore Bardelli. E le intercettazioni telefoniche mostrano un suo attivismo come consigliere nella scrittura del decreto Salva Milano, sollecitato da un parlamentare di area ciellina come il leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi, già assessore comunale all’Urbanistica durante la prima Giunta Albertini (1997-2001). Un attivismo che, visto le accuse a lui rivolte e la delicatezza del momento politico-amministrativo per l’urbanistica milanese, sembra avere una ricaduta negativa su Oggioni e mettere in cattiva luce quel decreto Salva Milano ancora fermo al Senato, in attesa di emendamenti targati Pd che dovrebbero farlo tornare alla Camera, dove era stato già approvato lo scorso novembre. Un ritorno alla Camera che coinciderebbe con l’affossamento definitivo del Salva Milano.