NICOLA PALMA E MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Si difende con un pugno dal tentativo di rapina: anziano mette in fuga due banditi

Parla Giuseppe Pinto, 83 anni, preso di mira martedì pomeriggio sul marciapiede di via Vallazze "Volevano catenina e portafoglio, ho reagito d’istinto”. I rapinatori arrestati dai carabinieri

Giuseppe Pinto (Fasani)

Giuseppe Pinto (Fasani)

Milano, 4 luglio 2024 – “Con la mano sinistra ho bloccato quel rapinatore, con la destra gli ho tirato un pugno. Non se l’aspettava. Perché prendersela con gli anziani? Mi fa rabbia, abbiamo lavorato una vita e ora siamo visti come fragili. A me è andata bene ma a tanti altri no. Tutti devono poter uscire di casa senza temere di avere brutte sorprese". Lo dice Giuseppe Pinto, che compirà 84 anni il prossimo 23 novembre, il quale martedì pomeriggio ha affrontato due malviventi che hanno cercato di derubarlo in via Vallazze, tra Città Studi e Lambrate, facendoli poi arrestare dai carabinieri. Due marocchini di 26 e 21 anni, Dallal A. e Bader Z., entrambi senza fissa dimora, il più grande con alle spalle due provvedimenti di espulsione (eseguiti). Ora entrambi a San Vittore.

Può raccontare cosa è successo?

"Io stavo camminando sul marciapiede di via Vallazze a pochi passi da piazza Gobetti, da solo, più o meno alle 17 di martedì. Ero andato dal medico a prendere delle ricette e stavo raggiungendo mia moglie e mia cognata che mi aspettavano sedute al tavolino di un bar. A un certo punto ho visto due uomini venirmi incontro. Uno faceva dei gesti strani, come se avesse dei problemi fisici o come se scherzasse con l’altro. Non mi sono interessato più di tanto, andando avanti per la mia strada. Ma, appena ci siamo incrociati, il primo dei due ha cercato di portarmi via il portafoglio. Io ho reagito e mi ha strappato la catenina d’oro dal collo, rompendola. A quel punto, d’istinto, l’ho preso per la gola con la mano sinistra e l’ho colpito al petto con un pugno, sferrato con l’altra mano. Lui è rimasto a bocca aperta e ha mollato la catenina, che ho preso. Poi è scappato insieme al complice".

E ha chiamato il 112?

"Prima ho raggiunto il bar, raccontando quello che mi era successo, e dal locale hanno allertato le forze dell’ordine. Io ancora non avevo ben realizzato. Mia moglie si è spaventata molto, mi ha detto: ‘Ti è andata bene’. Io ho agito senza pensarci. Con il senno di poi, rifletto sul fatto che mi sia andata bene davvero, perché il malvivente non era armato e ha desistito per poi allontanarsi insieme all’altro, che faceva da palo. Lì per lì ho agito d’impulso perché mi faceva rabbia essere derubato".

Adesso come si sente?

"Ancora un po’ scosso. Non è piacevole pensare a quel che mi è capitato, però cerco di guardare il lato positivo, di stare allegro perché alla fine quei due rapinatori sono stati individuati e arrestati dai carabinieri, che sono subito intervenuti e che ringrazio (il Nucleo Radiomobile, dopo aver raccolto la testimonianza dell’anziano, che ha descritto i due, ha perlustrato la zona individuando due ‘sospetti’ in piazza Gobetti. I due sono poi stati riconosciuti dalla vittima e arrestati per tentata rapina aggravata, ndr)".

Qual è la sua storia?

"Io sono figlio di contadini. Originario di Torre Annunziata, in provincia di Napoli, vivo a Milano da 55 anni. Nella vita ho svolto tanti lavori, il principale quello di metronotte. In più ho la passione per la caccia (da 60 anni) e ogni sabato vado a ballare con mia moglie. Non volevo darla vinta a chi ha cercato di farmi del male. Ho lavorato duramente, per una vita: perché ora non posso passeggiare sereno? Voglio che i miei nipoti – ne ho 6, nati dai miei 3 figli – vivano in un mondo migliore di questo".