Milano, 9 novembre 2023 – Da Milano a Caivano. Un ritorno (quasi) a casa. “Da un lato mi dispiace non lavorare più al liceo Boccioni, amo Milano e il mio cuore è rimasto lì”. Dall'altro, racconta Giuseppina Giugliano, la bidella che ha fatto parlare l'Italia di sé per i viaggi in treno da Napoli alla Stazione Centrale, "sono felice di aver ottenuto il trasferimento. Purtroppo a Milano non ero ancora riuscita a trovare una sistemazione adeguata alla mia disponibilità economica e quindi avrei dovuto continuare a fare la pendolare".
Una storia di vita che si è trasformata in un tormentone social: le ore in treno, il costo dei biglietti, la contabilità di presenze e assenze a scuola, fino alla richiesta di trasferimento. Ora la svolta: la pratica è stata accolta. Dal primo settembre Giugliano ha preso servizio come collaboratrice scolastica all'istituto "Francesco Morano" a Caivano, vicino casa, assegnazione provvisoria con incarico fino al 31 ottobre 2024. “Sono felicissima di lavorare qui a Caivano, mi trovo benissimo con i ragazzi di questa scuola e con i colleghi. E poi lavorare a venti minuti da casa non ha prezzo, mi sembra un sogno".
Ora però bisogna riavvolgere il nastro e tornare all'"incubo". Giugliano racconta la sua esperienza di pendolare Napoli-Milano (e ritorno) a metà gennaio. Dice, in sostanza, che per lei è più conveniente il treno ad alta velocità (grazie a carnet scontati e biglietti omaggio, tesi contestatissima) piuttosto di un affitto sotto la Madonnina. A stretto giro scoppia il caso della "bidella pendolare".
A distanza di dieci mesi, la giovane precisa e tiene il punto: "Avendo compiuto 30 anni non avevo più la possibilità di acquistare carnet di biglietti del treno a tariffe agevolate. E quindi anche questa strada non sarebbe stata più praticabile. Con il mio stipendio, che si aggira attorno ai 1.100 euro, non avrei saputo proprio come fare a mantenermi - racconta oggi Giugliano - E purtroppo neanche i miei genitori, due venditori ambulanti, avrebbero avuto la possibilità di aiutarmi. Quindi non avevo altra scelta e ho deciso di chiedere il trasferimento, anche se a malincuore. Mi dispiaceva lasciare il liceo Boccioni di Milano, una scuola che mi ha dato tanto e mi ha permesso di diventare di ruolo. Questo lo preciso per chi ancora pensa che la mia sia una fake news. Per diventare di ruolo ci vuole una presenza costante e continuativa a scuola: se io non mi fossi recata quotidianamente al Boccioni non lo sarei certo diventata”.
Dopo aver raccontato la sua storia, Giugliano ha subito pesanti accuse e una sorta di assedio social. Oggi riflette: “Ho avuto un periodo difficile perché io sono una persona molto semplice che non ama la visibilità e l’assalto dei media mi ha destabilizzata parecchio. Anche la mia famiglia ne ha subito le conseguenze. Mia nonna metteva un mobile davanti alla porta di casa perché aveva paura che i giornalisti potessero entrare”.
Ora, la serenità ritrovata: “Oggi mi sento una persona "normale", perché quando facevo la pendolare mi rendevo conto di essere vista dai più come un’extraterrestre. Certo era un sacrificio grosso che però non mi è mai pesato: io ho voglia e bisogno di lavorare, ero e sono disposta a tutto. Ovviamente non avrei potuto fare la pendolare per un periodo troppo prolungato: anche se sono giovane, dormire sui treni tutti i giorni è veramente disagevole e faticoso". Conclude Giugliano: "Mi mancano i miei ragazzi milanesi, ma li porto sempre nel cuore e spero di poter organizzare presto un weekend nella mia città del cuore per andare a trovarli".