di Barbara Calderola
"Niente e nessuno ci ridarà Simone. Ma il metro usato dalla giustizia non è il nostro. Quelle richieste del pm sono l’ultimo schiaffo a lui e a noi". Scandisce ogni parola di una frase pronunciata tutta d’un fiato per evitare che l’emozione prenda il sopravvento Daniela Grassi, la mamma di "Limo" Stucchi, l’edicolante brianzolo ucciso a coltellate durante la rissa di Pessano, il 29 settembre 2021, per un regolamento di conti fra bande rivali. All’origine, un debito di droga, del quale però la vittima non sapeva nulla. Per sette dei 19 maggiorenni rinviati a giudizio per i fatti di quella sera, 4 dei quali con l’accusa di omicidio in concorso, tutti della fazione pessanese, sta per arrivare il conto.
"Sei anni e 8 mesi al massimo per la morte di un ragazzo disarmato. È il calcolo fra rito abbreviato e attenuanti generiche del pubblico ministero (ma sarà il gup a decidere). Questo per noi è sdoganare la violenza giovanile, mio figlio è stato fra le prime vittime di un fenomeno che sta prendendo piede in tutto il Paese. Ma con pene come questa non si argina certo questa onda nera. Così la morte di Simone sarà stata inutile". Mamma e papà Massimiliano sono grati agli investigatori "per l’enorme mole di prove raccolte, abbiamo letto il fascicolo nonostante ogni riga sia un pugno allo stomaco per noi, un gorgo nel quale cadiamo tutte le volta che apriamo il dossier: quando vedi nero su bianco che il tuo piccolo è stato massacrato anche quando era a terra, agonizzante, non puoi accettare che chi l’ha fatto pagherà meno per la giovane età. Qualcuno era del 1997, non parliamo solo di ragazzini – spiega la famiglia –. Ci sono stati fendenti e calci mentre l’emorragia interna, che avrebbe ucciso il nostro ragazzo di lì a poco, l’aveva già paralizzato. Non so quale sia la punizione equa per chi ha agito in modo così disumano, ma come genitori e come cittadini sentiamo che le condanne che si profilano sono troppo lievi. C’è il rischio che altri coetanei, forti di questa sorta di impunità, escano di nuovo armati fino ai denti come quella sera. Sei anni a chi partecipa a un rave-party, se ne discute proprio in questi giorni, otto mesi in più a chi con una ferocia inaudita ha di fatto tolto la vita a un ragazzo: assurdo. È stato un omicidio efferato, di fronte alla piega presa dal processo siamo senza parole".
Ad abbracciare gli Stucchi e a custodire il ricordo di Simone c’è il rapper Emis Killa, che conosceva la vittima. Insieme ad altri quattro street-artist famosi, Inoki, Mind, Blef e Hise, ha colorato un muro a Vimercate, la sua città e quella dello sfortunato 22enne. E presto il sorriso del giovane svetterà sul graffito che il gruppo di artisti ha realizzato su invito di “Long live Limo“, l’associazione che la sorella Andrea ha fondato per onorare per sempre il fratello.