Lui sostiene di non aver mai incitato alla violenza, anzi di aver sostenuto "quei ragazzi" proprio perché a suo dire avrebbero fermato "gli atti criminali dei tifosi del Maccabi Tel Aviv". Indagini e filmati raccontano altro: la sera del 7 novembre, i sostenitori della squadra israeliana in trasferta ad Amsterdam per la partita di Europa League contro l’Ajax sono finiti al centro di una vera e propria caccia all’uomo, accerchiati e picchiati nelle strade della capitale olandese.
E chi due giorni dopo a Milano ha chiamato l’applauso della piazza, di fatto schierandosi a favore degli aggressori, si è reso responsabile, secondo la polizia, del reato di istigazione a delinquere. Per questo, il sessantaduenne Mohammad Hannoun, presidente dell’Associazione palestinesi in Italia già nel mirino del Dipartimento di Stato americano per presunti finanziamenti a Hamas, è stato denunciato dagli investigatori della Digos guidati dal dirigente Antonio Marotta; inoltre, gli specialisti della Divisione anticrimine hanno avviato l’iter amministrativo che porterà all’emissione di un foglio di via firmato dal questore Bruno Megale. "Giusto così", il commento sui social del ministro dei Trasporti Matteo Salvini.
Visto che il provvedimento che lo terrà lontano da Milano non gli è stato ancora notificato, ieri Hannoun avrebbe potuto presenziare al cinquantottesimo corteo pro Gaza. Invece ha scelto di disertarlo, collegandosi al telefono con i circa 600 manifestanti partiti alle 15.30 dal piazzale della stazione di Porta Genova e arrivati alle 17 in piazzale Medaglie d’Oro: "I miei avvocati mi hanno tranquillizzato: non ho mai incitato alla violenza contro nessuno, noi siamo contro la violenza. Questi cortei sono fatti proprio per denunciare la violenza degli israeliani", ha esordito Hannoun. Che, dopo aver insultato i giornalisti, ha assicurato: "Continuerò la mia lotta, mi sposterò in altre piazze e non mollerò mai per sostenere il popolo palestinese". Durante la manifestazione, ha preso la parola dal furgone di testa anche l’ex terrorista Francesco Giordano, condannato per l’omicidio di Walter Tobagi, che ha ricordato la scomparsa di Licia Rognini, vedova dell’anarchico Giuseppe Pinelli "assassinato nella Questura di Milano", e ha aggiunto che "oggi la Questura si dimostra per quello che è", facendo chiaramente riferimento all’inchiesta su Hannoun. Peraltro non l’unico a essere stato deferito alla Procura per l’iniziativa di sabato scorso: lo stesso reato di istigazione a delinquere (con foglio di via annesso) è stato contestato pure a un giovane cittadino egiziano residente nell’hinterland, che quel pomeriggio aveva tra le mani un cartello con una scritta in arabo e la foto di Yahya Sinwar, leader dell’organizzazione terroristica Hamas ucciso il 16 ottobre dalle forze di difesa israeliane a Rafah.