Riflettere sull’esperienza degli oratori milanesi per rilanciarne il ruolo di spazi di crescita personale e sociale. Capaci di rispondere ai bisogni dei giovani e di conservare la missione educativa − alla fede e alla vita − in un mondo in continua evoluzione. Un obiettivo ambizioso quello che si pone Èoratorio, un progetto della Fondazione diocesana per gli oratori milanesi (Fom) − l’organo che ne coordina le pratiche educative − in collaborazione con realtà, ecclesiali e non, tra cui Associazione Kayros, Caritas Ambrosiana e Fondazione GiGroup. Con il coinvolgimento delle università Cattolica, Bicocca e Statale, e il contributo di Banca Intesa Sanpaolo.
Ieri la presentazione dell’iniziativa, all’inizio del secondo dei quattro anni di progettazione. Tracciati gli obiettivi e una strada comune, le prossime fasi prevedono l’osservazione delle pratiche educative in alcuni dei 937 oratori della diocesi, e poi lo sviluppo di progetti sul campo e una valutazione circa la loro replicabilità in altre zone del territorio. Il tutto con uno sguardo multidisciplinare, dove la teologia entra in dialogo con le scienze umane.
"Il progetto guarda al futuro con speranza − commenta don Claudio Burgio, fondatore di Kayros e cappellano del carcere minorile Cesare Beccaria − Ai giovani manca il senso, capire il perché sono al mondo, e questo disagio chiede una cura particolare". Cura che può venire proprio dall’oratorio, inteso come luogo ospitale per tutti, capace di guidare le persone in un percorso di fede e nello sviluppo di una propria vocazione. Certo, il progetto è ancora agli inizi: "Al momento abbiamo precisato una volontà, una direzione", spiega don Stefano Guidi, direttore della Fom. Ma nei prossimi anni questa volontà si sostanzierà, attraverso il lavoro di operatori pastorali e docenti universitari, tracciando così gli orizzonti per l’oratorio del futuro. Capace ancora di educare e di promuovere una visione di vita per le giovani generazioni.
Thomas Fox