SIMONA BALLATORE
Cronaca

Gli oratori milanesi a Roma: "Coi giovani legame forte nel segno di Carlo Acutis"

Settemila adolescenti in partenza per il Giubileo e adesso anche per i funerali. Don Guidi: "Programma rivisto per far vivere loro un’esperienza storica. Il pontefice ha aperto un dialogo coraggioso. Ci lascia la sua grande fiducia in loro".

Settemila adolescenti in partenza per il Giubileo e adesso anche per i funerali. Don Guidi: "Programma rivisto per far vivere loro un’esperienza storica. Il pontefice ha aperto un dialogo coraggioso. Ci lascia la sua grande fiducia in loro".

Settemila adolescenti in partenza per il Giubileo e adesso anche per i funerali. Don Guidi: "Programma rivisto per far vivere loro un’esperienza storica. Il pontefice ha aperto un dialogo coraggioso. Ci lascia la sua grande fiducia in loro".

Settemila giovani milanesi, dai 14 ai 18 anni, sono in partenza per Roma. Per quel Giubileo degli Adolescenti che si è intrecciato, improvvisamente, ai funerali del Papa. "E tutti hanno confermato la loro presenza", spiega don Stefano Guidi (nella foto), direttore della Fondazione diocesana per gli Oratori milanesi.

Come state vivendo il “cambio di programma“ e questo appuntamento con la storia?

"Ci siamo dentro. E siamo al lavoro per capire come riorganizzare e rivedere al meglio questa esperienza del Giubileo degli Adolescenti, che ci sarà a tutti gli effetti, aiutando i ragazzi a vivere bene questo momento insieme alle esequie del Papa e senza dimenticare Carlo Acutis, anche se la canonizzazione è rinviata".

I giovani saranno tra i potenti. Saranno più dei potenti.

"I funerali del Papa sono uno dei pochi fenomeni di grande aggregazione: tutta l’umanità si sente convocata a partecipare. Quest’anno, con questa concomitanza di eventi, è come se tutto il mondo si fosse dato appuntamento a Roma. Un segno".

In un momento geopolitico complicato.

"A conferma dell’azione di Papa Francesco. C’è anche chi critica e contesta, ma di fatto tutti riconoscono al Papa questo richiamo all’unità, che supera le differenze senza eliminarle".

Cosa porteranno “a casa“ i giovani da questo viaggio?

"Avranno la possibilità di comprendere al meglio la missione della Chiesa, non solo al proprio interno, nello svolgimento delle proprie funzioni, ma come missione universale che si esprime nella figura del Papa, che porta il messaggio di pace e unità del Vangelo, lo incarna nell’oggi".

Che segno ha lasciato Jorge Mario Bergoglio negli adolescenti d’oggi?

"Il legame tra Papa Francesco e i giovani è consolidato, forte di stima e ricerca, basato su una grande valorizzazione dei ragazzi. Non possiamo non ricordare il Sinodo dei Giovani del 2018 voluto da Francesco, con coraggio, per continuare questo dialogo a volte complicato e faticoso tra la Chiesa e i giovani di oggi".

In che modo è cambiato il modo di comunicare con loro?

"Papa Francesco si è messo di fronte ai giovani non con un atteggiamento di superiorità, come chi deve insegnare loro qualcosa, ma di grande ascolto, curiosità, interesse, pur senza rinunciare alla responsabilità educativa. Ricordo tanti incontri, anche con i preadolescenti, e il suo richiamo a non guardare la vita dal balcone, ma a essere protagonisti e soggetti attivi della loro vita, non solo personale ma sociale e reale. Papa Francesco ci lascia questa grande fiducia e stima nei giovani".

Giovani fragili o sono gli adulti a essere fragili?

"C’è una narrativa prevalente, che dice una verità. Un malessere che potremmo definire generazionale ma è più diffuso. Il Papa ha detto più volte che non è più possibile ragionare per categorie sociologiche, bisogna avere la pazienza di incontrare uno ad uno. E in questo ascolto si riesce a trovare la presenza di valore nei giovani, senza dipingere questa generazione come un gruppo di “disagiati“ ma guardandola come presenza importante e significativa che arricchisce la nostra società".

Papa Francesco ha voluto con forza, la beatificazione - e presto canonizzazione - di Carlo Acutis. Un altro lascito?

"Sì. Ha lavorato per mostrare l’esemplarità e la bellezza del messaggio spirituale di Carlo, che ha generato un movimento di attenzione, simpatia e preghiera che ha varcato la dimensione provinciale e nazionale, diventando internazionale. Ed è impressionante e inaspettato se pensiamo alla semplicità ed essenzialità del messaggio di un ragazzo di 15 anni".