In Lombardia anche la Sma (Atrofia muscolare spinale) è entrata nel “pacchetto” di una cinquantina di malattie rare indagate con gli screening neonatali. Cioè il programma di prevenzione obbligatorio che in tutta Italia prevede il prelievo di due gocce di sangue dal tallone dei bebè entro 48-72 ore dalla nascita: se il test è positivo non significa che il neonato abbia la corrispondente malattia, ma è un campanello d’allarme che innesca altri approfondimenti, per arrivare eventualmente alla diagnosi precoce delle patologie e trattarle subito, prima della comparsa dei sintomi.
Il che è "fondamentale per dare la possibilità al bambino di avere una qualità di vita migliore", ha sottolineato l’assessore al Welfare Guido Bertolaso presentando l’introduzione della Sma nello screening, finanziata dalla Regione con un milione di euro, all’ospedale Buzzi il cui laboratorio è il riferimento regionale. "Una notizia molto importante, solo con una diagnosi precoce si può dare l’opportunità di cura fondamentale della terapia genica", ricorda Lisa Noja (nella foto), consigliera regionale di Iv che s’è battuta per l’inclusione di questo test nello screening e continua a farlo col ministero della Salute, "perché l’opportunità deve essere offerta a tutti i neonati in Italia". Gi. Bo.