SIMONA BALLATORE
Cronaca

Gli studenti part-time Numeri in crescita dopo il lockdown "La sfida è farli restare"

Caro-vita, voglia di reinventarsi, passioni: aumentano i lavoratori negli atenei "Non buttiamo la lezione del Covid ma restiamo alternativi alle telematiche".

Gli studenti part-time Numeri in crescita dopo il lockdown "La sfida è farli restare"

di Simona Ballatore

C’è chi si è riscritto all’università durante il lockdown, con il lavoro messo in stand-by, approfittando della spesso bistrattata “Dad“, la didattica a distanza. Chi studia part-time per non rinunciare alla laurea e pagarsi gli studi con lavoretti (spesso informali, precari). Alcuni sono in cerca di una seconda laurea "per passione", altri vogliono - o devono - reinventarsi una professione in un mondo che corre veloce. La popolazione degli studenti-lavoratori è variegata, cambia da un ateneo all’altro anche in base alle formule offerte, ma negli ultimi anni è in crescita nelle università pubbliche. Se cinque anni fa al Politecnico si contavano 2.090 studenti-lavoratori sui 46.649 iscritti, quest’anno sono 3.658 (2.703 lavoratori full time e 955 part-time) su 48.281. In Bicocca nel 201819 erano 2.194 i lavoratori, più 220 studenti part-time, sono diventati 8.472 più 975 part-time (su un bacino rispettivamente di 33.907 e 36.917). Il dato è frutto di un’auto-dichiarazione degli iscritti. Sono previsti esoneri (con una riduzione del 30% sul contributo unico dovuto) per i lavoratori e agevolazioni per i dipendenti dell’ateneo che tornano sui banchi.

"L’aumento degli studenti part-time è indicativo - sottolinea Marina Brambilla, prorettrice ai servizi alla didattica e agli studenti della Statale di Milano -: sono passati da 922 nel 201819 a 1.797. È un’opportunità che permette allo studente di seguire le lezioni pagando il 50% dell’iscrizione e con la possibilità di utilizzare il doppio del tempo senza andare fuoricorso (e quindi pagare tasse in più). Si può inoltre passare al percorso ordinario senza difficoltà. Un aiuto dal punto di vista accademico e professionale: si possono gestire entrambe le carriere". Dietro i numeri le storie: "C’è spesso una motivazione culturale e di crescita professionale alla base - continua Brambilla -. Durante il periodo pandemico c’è stato un boom di iscritti perché c’era la possibilità di seguire a distanza che ha creato aspettative e possibilità che non c’erano prima. Ora è tornato il tema della conciliazione dei tempi. Non dobbiamo buttare via quanto imparato ma neppure trasformarci in università telematiche. La conciliazione sarà la sfida dei prossimi anni". Rispetto agli studenti non frequentanti, "i part-time possono vivere l’università, nei suoi spazi e nelle relazioni".

Alla Cattolica sono 3.043 gli over 28 anni (il 10% degli iscritti) e 680 gli iscritti come lavoratori, in lieve calo rispetto al periodo pre-pandemico (erano 3.130 e 875), ma in crescita rispetto all’anno scorso, quando i lavoratori erano 627. Tra le peculiarità, il corso di laurea triennale in Economia e gestione aziendale, che da 70 anni propone lezioni nella fascia oraria pomeridiana e serale e il sabato mattino.“Direzione e Consulenza Aziendale“ è in modalità blended: il 50% delle lezioni è in presenza, durante i fine settimana, l’altro 50% online. Alla Iulm gli studenti part-time o lavoratori accedono alla possibilità di sostenere metà degli esami previsti per l’anno, dimezzando la retta e raddoppiando gli anni di corso: in 33 hanno fatto richiesta. Resta ovunque il tema del "lavoro sommerso", sollevato in più occasioni anche dal rettore Gianni Canova, con l’appello alla politica: ai numeri ufficiali si devono sommare le forme di lavoro frammentato e non tutelato durante gli studi e subito dopo la laurea.