La polemica è sul tagliare o no il glicine di piazzale Baiamonti, ma sta diventando uno scontro politico sulla realizzazione del Museo nazionale della Resistenza. Paradossi a sinistra. Sì, perché ieri, dopo la presa di posizione di alcuni vip in difesa dell’albero a rischio motoseghe – a Giovanni Storti del trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo martedì si sono aggiunto il cantante Elio e il “Milanese Imbruttito’’ Germano Lanzoni – è sceso in campo il presidente milanese dell’Associazione nazionale Partigiani d’Italia (Anpi) Roberto Cenati e le sue parole sono sembrate una presa di distanza dalla crociata ambientalista portata avanti dai Verdi in Comune.
“Noi ci siamo battuti per cinque anni per evitare che il museo nazionale della Resistenza fosse alla casa della Memoria perché gli spazi non erano adeguati", ricorda Cenati, che subito dopo aggiunge: "Abbiamo accolto con grande favore il fatto che fosse realizzato un museo nazionale della Resistenza degno di questo nome nel luogo che è stato indicato. Io sono per mantenere la decisione che è stata assunta dall’amministrazione comunale, quindi siamo contenti che si realizzi dopo 80 anni il Museo nazionale della Resistenza nel luogo prescelto".
Il messaggio sottinteso sembra il seguente: troppo importante la realizzazione del Museo della Resistenza – un progetto già approvato dal ministero della Cultura che appare come il mini-raddoppio architettonico della nuova sede della Fondazione Feltrinelli pensata dallo studio Herzog & de Meuron – per pensare di cambiarne localizzazione per salvare un glicine.
La replica degli ambientalisti a Palazzo Marino non si fa attendere e prova a gettar acqua sul fuoco della polemica: "Rassicuro l’ottimo compagno Cenati, che nessun vuole ostacolare o ritardare il Museo della Resistenza, tantomeno il sottoscritto iscritto all’Anpi e figlio di partigiano – scrive in una nota il capogruppo di Europa Verde Carlo Monguzzi –. Chiediamo solo una piccolissima variante di progetto e un briciolo di volontà politica: si possono tenere assieme Resistenza, glicine e tigli. Penso che su questo siano d’accordissimo tutti gli iscritti all’Anpi".
Monguzzi, infine, ricorda che "in passato, durante la discussione sul Pgt, io presentai un emendamento (che fu respinto per 17 voti a 12) per conservare a verde il prato di piazzale Baiamonti. Che invece fu destinato a edificazione della seconda Piramide di Herzog allora con dentro uffici. Solo mesi dopo l’allora ministro della Cultura Dario Franceschini destinò risorse per fare il Museo, di cui prima mai si era parlato. Quindi non c’è proprio alcun problema".