Milano, 2 giugno 2023 – Glicine e tigli salv i ma la battaglia per il verde non finisce. Pare una telenovela infinita quella di piazzale Baiamonti dove ieri pomeriggio è stata recintata l’area di cantiere per realizzare il Museo nazionale della Resistenza: grate, rete di plastica arancione e pannelli sono spuntati attorno allo spazio che per decenni è stato il giardino del Circolo combattenti e reduci, nell’antico Dazio da oltre un secolo. Ieri, dopo la firma con tutti gli attori, c’è stato il rilascio dello spazio al Comune, quindi al ministero della Cultura e infine all’impresa per costruire la “piramide“ del futuro museo. Ma il Circolo avanza richieste: "Abbiamo riconsegnato un luogo en plein air che per noi era prezioso. Ma chiediamo una striscia di verde alternativa che possa coesistere con i lavori, perché per noi è vitale avere un punto d’appoggio esterno per le attività sociali, ricreative e culturali che uniscono più di 200 soci, molti dei quali giovani", spiegano il presidente del Circolo Alessandro Laner e il gestore Nunzio Taccardi. "Un discorso già avviato nel 2019 e tornato alla ribalta grazie a un Ordine del giorno approvato all’unanimità in Consiglio comunale", in cui si chiede tra le altre cose di "garantire al Circolo di utilizzare una porzione dell’area esterna per continuare a svolgere temporaneamente le attività", un giardino provvisorio insomma, "che potrebbe sorgere nel punto in cui si prevede un mini parcheggio in fase di cantiere – evidenzia Taccardi –. Noi peraltro svolgiamo attività di ristoro e somministrazione, con 6 collaboratori".
In futuro , poi, "sarà opportuno avere un corridoio verde che colleghi il giardino del museo, il nostro spazio e il giardino Lea Garofalo, che non sia come la “montagnetta“ di fronte ma che segua il glicine". A proposito del “gigante lilla“, il capogruppo dei Verdi in Comune, Carlo Monguzzi, attacca: "Ci è stato confermato da progettista e agronomo del Comune che il glicine non ha mai interferito con il museo. E noi, insieme ai Giardini in Transito e all’associazione Combattenti, abbiamo sempre sostenuto che interferisse solo con il movimento automezzi. Non c’è ragione quindi di modificare il progetto per salvare il glicine. Certo è che, se non ci fosse stata la mobilitazione di cittadini, il Comune l’avrebbe abbattuto".