Milano – È stata posticipata di due giorni – a mercoledì 31 maggio – la consegna al ministero della Cultura dell’area di proprietà comunale dove dovrà essere realizzato il Museo Nazionale della Resistenza, la stessa dove si trovano il glicine e i tigli del giardino intitolato a Lea Garofalo. L’orario è da stabilire.
Il presidio dei difensori del glicine
Certo è che i comitati contrari all’abbattimento del glicine – previsto dal progetto del museo – saranno di nuovo in piazzale Baiamonti, come ieri pomeriggio. Un centinaio i partecipanti al presidio, che hanno intonato “Bella Ciao“.
Tra questi anche il comico Giovanni Storti – del trio Aldo, Giovanni e Giacomo – che nei giorni scorsi aveva rivolto un appello pubblico a tutela del glicine. Diversi i consiglieri comunali di maggioranza e opposizione presenti, tra loro anche una delegazione di Fratelli d’Italia, pronti a "fare le barricate" per salvare la pianta ottuagenaria.
Il dubbio: piramide no o piramide sì?
La battaglia diventa quindi bipartisan, pur dividendosi sugli obiettivi finali. C’è chi sostiene che non sia possibile realizzare sull’area la seconda piramide progettata da Herzog e De Meuron e che il museo vada fatto altrove, chi invece è convinto che lo spazio espositivo e il glicine possano convivere semplicemente modificando leggermente il progetto del primo.
"Mesi fa poteva essere evitato l’abbattimento perché bastava una revisione del progetto. Adesso vedremo cosa succede – ha dichiarato Storti –. C’è un po’ la scusa per costruire questo edificio del Museo della Resistenza, questo luogo però è diventato di incontro e bisogna anche ascoltare i cittadini che vogliono qualcosa di altro. Vogliono tenere il glicine che forse è lui stesso il simbolo della Resistenza, visto che è nato subito dopo la guerra".